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RICORRENZA DEL GIORNO

05/03/2014

5 marzo 1876, prima domenica di Quaresima, ore 21. Alcuni strilloni in piazza della Scala a Milano annunciano l'uscita di un nuovo quotidiano, il "Corriere della Sera".
La redazione che lavora all'impresa è composta "ufficialmente"da tre redattori più il direttore e fondatore Eugenio Torelli Vellier, ma vi collaborano anche le rispettive mogli.
I numeri: 4 pagine, 5 centesimi, circa tremila copie vendute in un giorno.
Si chiama "Corriere della Sera" perché esce nelle ore serali. Questo è un estratto del primo editoriale:
Pubblico, vogliamo parlarti chiaro. In diciassette anni di regime libero tu hai imparato di molte cose. Oramai non ti lasci gabbare dalle frasi. Sai leggere fra le righe e conosci il valore delle gonfie dichiarazioni e delle declamazioni solenni d'altri tempi. La tua educazione politica è matura. L'arguzia, l'esprit ti affascina ancora, ma l'enfasi ti lascia freddo e la violenza ti dà fastidio. Vuoi che si dica pane al pane e non si faccia un trave d'una fessura. Sai che un fatto è un fatto ed una parola non è che una parola, e sai che in politica, più che nelle altre cose di questo mondo, dalla parola al fatto, come dice il proverbio, v'ha un gran tratto. Noi dunque lasciamo da parte la retorica e veniamo a parlarti chiaro.