Se alla maggior parte della popolazione poteva sembrare una provocazione o una decisione quanto meno discutibile, con il passare degli anni l’intuizione del Time, che il 26 dicembre 1982 nomina il personal computer “uomo dell’anno”, regalandogli la copertina, si è rivelata corretta. A dire poco.
I pc, in tutte le loro versioni (tablet, smartphone, portatili e chi più ne ha più ne metta), sono diventati una realtà scontata. Per le giovani generazione sono la condizione stessa della quotidianità: ti guardano come se fossi matto quando racconti che fino a quindici anni fa internet non esisteva, che i cellulari erano una rarità e che per stare in contatto con i propri amici c’era la piazza, l’oratorio o il parco, e, qualora vivessero lontano, le cartoline e le lettere, quei fogli pieni di storie e vita, dove ogni segno era traccia e spia di un’emozione.
Con il computer, oggi, facciamo tutto: organizziamo viaggi, raccontiamo pensieri, condividiamo foto… nel giro di pochi anni la tecnologia è diventata pervasiva.
Troppo?