C’è  un uomo buono, Carlo Soriani, che ogni giorno fa avanti e indietro da Luco del Mugello a Borgo San Lorenzo, dove lavora come operaio presso le Fornaci di laterizi Brunori. E c’è un cucciolo, un bastardino, che è finito in fondo a un fosso; è ferito.
Carlo lo nota, lo aiuta, lo adotta; lo chiama Fido.
Fido ringrazia, si affeziona; non lo lascia più: ogni mattina accompagna il suo padrone nella piazza di Luco, lo vede salire sulla corriera. Ogni sera, torna nella piazza di Luco, lo attende. Quando lo vede gli fa festa.
Poi succede: il 30 dicembre 1943, in piena guerra, Borgo San Lorenzo è bombardata, le Fornaci vengono colpite. E Carlo muore.
Fido non lo sa. E quando è sera, esce di casa, corre fino alla piazza. E attende. 
Non rinuncia, non demorde: ogni giorno, ogni sera si reca nella piazza, di fronte alla fermata, e attende. Così, per quattordici anni, fino al giorno della sua morte, il 9 giugno 1958.