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RICORRENZA DEL GIORNO

23/03/2014

Fasci di combattimento

In piazza San Sepolcro, a Milano, si riuniscono i Fasci Italiani di Combattimento, il movimento politico che il 10 novembre 1921 si trasformerà nel Partito Nazionale Fascista. Il giorno seguente Benito Mussolini scrive sulle pagine de "Il Popolo d’Italia":  
I. L'adunata del 23 marzo rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli d'Italia che sono caduti per la grandezza della Patria e per la libertà del Mondo, ai mutilati e invalidi, a tutti i combattenti, agli ex prigionieri che compirono il loro dovere, e si dichiara pronta a sostenere energicamente le rivendicazioni d'ordine materiale e morale che saran propugnate dalle associazioni dei combattenti.
II. L'adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all'imperialismo degli altri popoli a danno dell'Italia e all'eventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli; accetta il postulato supremo della Società delle Nazioni e presuppone l'integrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda l'Italia deve realizzarsi sulle Alpi e sull'Adriatico colla rivendicazione e annessione di Fiume e della Dalmazia.
III. L'adunata del 23 marzo impegna i fascisti a sabotare con tutti i mezzi le candidature dei neutralisti di tutti i partiti.
I fascisti si rivolgono ai militari e ai reduci della prima grande guerra, e fanno propria la causa irredentista; si propongono come “anti-partito”, capace di “fare fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra”, e si presentano sulla scena senza mascherare un approccio aggressivo e violento, che avrà il suo culmine nel corso del cosiddetto “biennio rosso”, quando attaccheranno braccianti, case del popolo e sedi di giornali.