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RICORRENZA DEL GIORNO

04/05/2013

hosni mubarak

Era il capo, il leader indiscusso. Anche perché chi osava discuterlo rischiava di essere imprigionato o ucciso, di non essere più niente. Era il potere: non solo il simbolo, ma la sua concretizzazione materiale, la sua incarnazione. Era stato militare, poi consigliere politico del presidente Sadat. Alla fine era diventato il Rais della più antica civiltà nordafricana, l’Egitto delle Piramidi e dei Faraoni (e di molto altro, certo). Hosni Mubarak (4 maggio 1928) era temuto. E rispettato. Per gli occidentali era una garanzia di stabilità: aveva stretto gli accordi di pace con Israele, aveva contenuto la frustrazione dei palestinesi, aveva tenuto a bada i fondamentalisti… Sembrava intoccabile. Poi, però, è arrivata la Primavera Araba e piazza Tahrir. La repressione. E la risposta dei manifestanti. E, con la condanna all’ergastolo nel giugno 2012, la fine di una storia individuale. E la continuazione di quella collettiva.