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RICORRENZA DEL GIORNO

10/10/2013

giuseppe verdi

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi nasce il 10 ottobre 1813 a Roncole di Busseto, in provincia di Parma. Il padre è un oste, la madre una filatrice. Il suo talento musicale si manifesta in giovane età, ed è sostenuto da Antonio Barezzi, commerciante e musicofilo locale, che lo appoggia anche economicamente, e Ferdinando Provesi, maestro dei locali Filarmonici, che gli insegna i principi della composizione e della pratica strumentale.
Nel 1832 Verdi si trasferisce a Milano e sostiene l’esame  al Conservatorio: non viene ammesso per sopraggiunti limiti di età. Verdi non demorde e negli anni successivi perfeziona la tecnica contrappuntistica grazie a Vincenzo Lavigna, “maestro al cembalo” della Scala, e frequenta i teatri milanesi, le musica contemporanea e il mondo che vi gravita attorno.
Nel 1839 esordisce alla teatro La Scala di Milano con "Oberto” e ottiene un discreto successo. Intanto, però, nel giro di poco, perde la moglie Margherita e i due figli, Virginia e Icilio. È un periodo duro, l’opera successiva, “Un giorno di regno (Il finto Stanislao)”, viene rappresentata una volta sola. Verdi vacilla, ha la tentazione di abbandonare ogni cosa, di volgere le spalle a tutto ciò che ha costruito. Nel ‘42, però, il suo "Nabucco" è un successo clamoroso. È l’inizio di una carriera straordinaria, di quelli che definisce “gli anni di galera”, quando sforna un'opera dopo l'altra (“I Lombardi alla prima crociata", "Ernani", "I due foscari",  "Macbeth", "I Masnadieri", "Luisa Miller").
Nel 1848 su trasferisce a Parigi, dove compone la celebre “Trilogia Popolare”, che contiene le tre celebri opere: "Rigoletto", "Trovatore" e "Traviata".
La passione politica, per i moti risorgimentali, è tale che diventa Deputato del primo parlamento del Regno d’Italia (1861 – 1865) e, dal 1874, Senatore. Tuttavia la passione preminente rimane la musica. In questi anni compone “La forza del destino", "Aida" e la "Messa da requiem”, “Otello” e l'opera buffa "Falstaff", il capolavoro con cui dà l’addio al teatro. Giuseppe Verdi muore il 27 gennaio 1901 presso il Grand Hotel et De Milal. La sua musica, la sua passione, il suo messaggio continuano a vivere e a tessere le trame della storia italiana. E non solo.
Il 2013, che coincide con il bicentenario della sua nascita, è proclamato "anno verdiano".