San Paolo Store

RICORRENZA DEL GIORNO

21/01/2013

Giovanni Paolo II a Cuba

Il 21 gennaio 1998 Wojtyła, il grande Papa viaggiatore, atterra a Cuba e incontra per la prima volta Fidel Castro e, soprattutto, i fedeli dell'isola centro-americana. In questa suggestiva ricorrenza, mentre il mondo continua a mutare, Sanpaolostore vi propone un estratto del Messaggio rivolto ai giovani cubani:
“Allora Gesù, fissatolo, lo amò" (Mc 10,21). Così il Vangelo riferisce l´incontro di Gesù con il giovane ricco. Così il Signore guarda ad ogni uomo. I suoi occhi, colmi di tenerezza, fissano ancora oggi il volto della gioventù cubana. Ed io, nel suo nome, vi abbraccio, riconoscendo in voi la speranza viva della Chiesa e della Patria cubana […]. Sono venuto a Cuba come messaggero della verità e della speranza, per portarvi la Buona Novella, per annunciarvi "l´amore di Dio in Gesù Cristo, nostro Signore" (Rm 8,39). Solo questo amore può illuminare la notte della solitudine umana; esso solo è capace di rafforzare la speranza degli uomini nella ricerca della felicità […]. Conosco bene i valori dei giovani cubani, sinceri nei loro rapporti, autentici nei loro progetti, ospitali con tutti e amanti della libertà. So che, essendo figli dell´esuberante terra caraibica, si distinguono per le loro capacità artistiche e creative, per lo spirito gioviale e intraprendente, sempre disposti a lanciarsi in imprese grandi e nobili per la prosperità del Paese […]. Ciononostante, l´ombra dell´attuale terribile crisi di valori che scuote il mondo, minaccia anche la gioventù di questa luminosa Isola. Si sta diffondendo una perniciosa crisi d´identità che porta i giovani a vivere senza senso, senza un orientamento o un progetto futuro, assillati dall´immediato. Nascono in tal modo il relativismo, l´indifferenza religiosa e la mancanza di una dimensione morale, mentre si è tentati di arrendersi agli idoli della società dei consumi, affascinati dal loro fatuo splendore. Anche tutto ciò che proviene dall´esterno del Paese sembra abbagliare. Di fronte a ciò, le strutture pubbliche finalizzate all´educazione, alla creazione artistica, letteraria e umanistica o alla ricerca scientifica e tecnologica, così come la moltiplicazione di scuole e di maestri hanno contribuito a risvegliare una notevole preoccupazione per la ricerca della verità, per la difesa della bellezza e della bontà; tuttavia, hanno anche suscitato in molti di voi, un interrogativo: perché tale abbondanza di strumenti e di istituzioni non riesce a corrispondere pienamente al fine desiderato? La risposta non va cercata unicamente nelle strutture, negli strumenti e nelle istituzioni, nel sistema politico o negli embarghi economici, che sono sempre da condannare in quanto lesivi nei confronti di chi è più nel bisogno. Queste cause sono solo parte della risposta, ma non giungono al nocciolo del problema. Cosa posso dire a voi, giovani cubani, che spesso vivete in condizioni materiali difficili, talvolta frustrati nei vostri legittimi progetti e, per questo, privati anche in un certo senso della stessa speranza? Guidati dallo Spirito, combattete con la forza di Cristo Risorto per non cadere nella tentazione di ogni forma di fuga dal mondo e dalla società e per non soccombere di fronte alla mancanza di speranze […]. Siate certi che Dio non limita la vostra gioventù né vuole per i giovani una vita priva di gioia. Al contrario! Il suo potere è un dinamismo che porta allo sviluppo dell'intera persona: del corpo, della mente, dell'affettività, alla crescita della fede, all'espansione dell'amore concreto verso voi stessi, verso il prossimo e verso le realtà terrene e spirituali. Se saprete aprirvi all'iniziativa divina, sperimenterete in voi la forza del «Grande Vivente, Cristo, eternamente giovane» (Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani). Gesù desidera che abbiate la vita, e la abbiate in abbondanza (cfr Gv 10, 10). La vita che ci viene rivelata in Dio, benché possa sembrare talvolta difficile, orienta e dà significato allo sviluppo dell'uomo. Le tradizioni della Chiesa, la pratica dei sacramenti e il ricorso costante alla preghiera non sono obblighi e riti che è necessario adempiere, ma piuttosto sorgenti inesauribili di grazia che alimentano la gioventù e la rendono feconda per lo sviluppo della virtù, dell'audacia apostolica e della vera speranza.