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RICORRENZA DEL GIORNO

21/07/2013

Enzo Paci (18 settembre 1911 – 21 luglio 1976)

Enzo Paci è uno dei più grandi filosofi italiani del Novecento, e uno dei più importanti rappresentanti della cosiddetta Scuola di Milano (di cui fanno parte, per dire, Banfi, Formaggio, Dal Pra e Geymonat). Il Paci insegna dapprima all’Università di Pavia, poi alla Statale di Milano (tra i suoi allievi, si ricordano Salvatore Veca, Carlo Sini e Giovanni Piana), e fonda la rivista filosfica Aut Aut, dove espone e mette a punto il suo pensiero: 
l’esistenza, agli occhi del filosofo, è un sistema di relazioni, è l’insieme, cioè, degli avvenimenti che costituiscono il mondo; l’io, in quanto evento, si definisce nel confronto con le altre datità (le altre esistenze sensibili). In questo riconoscimento reciproco ha sede la “moralità” (il passaggio attraverso il quale il singolo diventa "soggetto"), il principio di identità (secondo il quale l'io  esiste solo in quanto è visto e riconosciuto dall’altro) e la sua “finitudine” (per cui l'io non conosce il mondo se non dal suo particolare “punto di vista”, e necessita di una “gravità” nel farsi del tempo – di un passato che si annulla in un presente sempre in divenire, e di un futuro che ancora non c’è). Il riscatto sta nel “lavoro esistenziale”, nella ricerca incessante di un senso che Paci definisce recuperando il concetto husserliano di “epochè” (come “messa tra parentesi” dell’attualità e del senso comune).