San Paolo Store

RICORRENZA DEL GIORNO

09/04/2013

Dietrich Bonhoeffer

Dietrich Bonhoeffer nasce il 4 febbraio 1906 a Breslavia, allora Germania, oggi Polonia, da una famiglia “bene”, integrata ai livelli più alti della società. La scelta di diventare pastore evangelico disorienta i suoi, che pure lo sostengono. I risultati gli danno loro ragione: a ventuno anni consegue il dottorato in teologia presso l’Università di Berlino con una tesi importante, che titola Sanctorum Communio. Dopo alcune esperienza all’estero (Barcellona e New York), fondamentali per la sua formazione intellettuale e spirituale, nel 1930 torna a Berlino per insegnare all’università. E si confronta da subito con l’ascesa del nazionalsocialismo: “Hitler”, dice nel corso di una trasmissione radiofonica (poi subito interrotta), “non è un fürher ma un verfürher, un seduttore”. Quando conquista il potere, Bonhoeffer lascia l’università, dove non può più insegnare in modo libero, e si trasferisce a Londra per un paio di anni. Dopo una breve parentesi in Germania, visto il clima, nel 1939 torna negli Stati Uniti. Ma non resiste. Si sente in colpa, come se avesse tradito il suo Paese. Così ci torna. E si lega alle prime forme di opposizione, fino a quando, nel 1943, viene arrestato e internato nel carcere militare di Tegel. Le lettere scritte durante la prigionia, raccolte in “Resistenza e resa”, sono un’opera fondamentale del suo pensiero. E una pietra miliare di quello contemporaneo. Viene impiccato il 9 aprile 1945 nel campo di concentramento di Flossebürg. Tra i suoi pensieri, ricordiamo uno dei più leggeri e, al contempo, profondi: "L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando gli altri si rassegnano, la forza di tenere alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo rivendica a sé".