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RICORRENZA DEL GIORNO

26/10/2013

Carlo Collodi

C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.


Grazie.
Se c’è una parola che ci sentiamo di dire, alla quale pensiamo non appena ascoltiamo il suo nome è proprio questa, grazie.
Carlo Collodi (Firenze, 24 novembre 1826 - 26 ottobre 1890) e il suo Pinocchio hanno cresciuto migliaia e migliaia di bambini in ogni parte del mondo.
Gli hanno fatti ridere, immalinconirsi, fantasticare, spaventarsi. Gli hanno insegnato che si può sbagliare, che è necessario farlo. Che bisogna rispettare le altre persone (qualunque aspetto abbiano, anche se sono solo burattini!), che bisogna studiare e impegnarsi, che l’alternativa è affondare in un mondo di somari, che è inutile nascondersi o mentire perché le bugie hanno le gambe corte, anzi è proprio il caso di dirlo “fanno crescere il naso”. Che l’amore e la capacità di fantasticare muovono “il sole e l’altre stelle”. E lo hanno fatto con ironia e sarcasmo, immaginando mondi e personaggi tanto fantasiosi quanto verosimili, che ormai fanno parte del nostro dna.
Nato come letteratura per ragazzi, pubblicato a puntate sul Giornale per bambini (1881), Pinocchio nel giro di poco tempo diventa un classico, tradotto in più di duecento lingue e prodotto nelle forme più diverse, dai video alle canzoni passando per i manga  e i giochi per grandi e piccini.