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RICORRENZA DEL GIORNO

24/03/2014

Antonio Rosmini

Antonio Rosmini nasce a Rovereto il 24 marzo 1797, riceve l’ordinazione sacerdotale nel 1821 e muore a Stresa, sul lago Maggiore, il 1° luglio 1855. Dedica la sua esistenza alla politica, alla pedagogia e alla filosofia, sforzandosi di coordinare religione e ragione, al di là di ogni mito e fraintendimento promosso dall’Illuminismo.
La congregazione Istituto della Carità (1828) e quella delle Suore della Provvidenza (1832) nascono con finalità ben precise: la formazione dell’individuo come persona (come essere spirituale e intellettuale) e l’esercizio della “carità universale”, unione di carità spirituale, carità intellettuale e carità temporale.
In questo senso, il pensiero di Rosmini anticipa alcune tematiche conciliari (ad esempio sulla messa in latino e la distanza tra clero e fedeli). Troppo, forse. Al punto che nel 1849 il suo libro più importante, Le cinque piaghe della santa Chiesa, è messo all’indice e Rosmini ai margini della comunità ecclesiale.
Papa Paolo VI è il primo a riabilitarlo, considerandolo un “profeta”, capace di anticipare questioni e problemi che la Chiesa affronterà soltanto un secolo più tardi. La completa riabilitazione si ha con Giovanni Paolo II, che nell’enciclica Fides et ratio lo inserisce “tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio", e concede l’introduzione della causa di beatificazione (che si celebra il 18 novembre 2007).