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RICORRENZA DEL GIORNO

18/04/2013

Albert Einstein

Per spiegare Albert Einstein (14 marzo 1879 - 18 aprile 1955), scienziato ma anche filosofo, possiamo ripercorrere le tappe della sua ricerca, dai primi esperimenti, quando ancora lavorava per l'ufficio brevetti di Berna, alla formulazione della teoria della relatività. Ma, detto tra noi, non ne saremmo capaci: sarebbe troppo complicato! Esiste, però, un’altra via, che passa attraverso le sue parole.  Per dimostrate che la scienza, e chi la persegue, ha implicazioni molto più profonde di quelle che siamo portati ad attribuirle. Ecco, in ordine sparso, alcuni dei suoi più celebri pensieri e aforsimi:

-l'uomo incontra Dio dietro ogni porta che la scienza riesce ad aprire

-la differenza tra la genialità e la stupidità è che la genialità ha i suoi limiti

-l'importante è non smettere di fare domande

-chi non ammette l'insondabile mistero non può essere neanche uno scienziato

-ciò che veramente mi interessa è se Dio avesse potuto fare il mondo in una maniera differente, cioè se la necessità di semplicità logica lasci qualche libertà

-Dio non gioca a dadi con l'universo

-gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Essi sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come 'oppio delle masse' – non possono sentire la musica delle sfere

-l'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l'evoluzione

-la scienza, contrariamente ad un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve addirittura perseguire finalità teologiche, poiché deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo.