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RICORRENZA DEL GIORNO

23/06/2013

Lasciamo stare la categoria di “progresso”. Non lanciamoci in speculazioni. Voliamo basso. Al di là di tutto, e di come la si pensi, negli ultimi anni è successo qualcosa (di grande): la realtà virtuale – veicolata dai computer – ha guadagnato spazio, e, nel bene e nel male, è giunta a esercitare una sorta di “egemonia”.
Si parli con un ragazzino di tredici anni, gli si racconti di un mondo nel quale non esistevano né telefoni cellulari né computer, né sms né tanto meno sociale network.
Si guardi, o si immagini la sua reazione. Potremmo riassumerla in poche parole: “Davvero? E come facevate a…?”
È difficile spiegarsi, è come se si proponesse un racconto di fantascienza al contrario, nel quale ciò che sembra impossibile, o avveneristio, è una società in cui ci si guarda negli occhi, in cui ci si "annusa" e ci si sfiora; in cui le emozioni sono qualcosa di più che una faccina che fa l’occhiolino ;)
Sembra sia passata un’infinità (e non sono neppure vent’anni...).
E, guardando indietro, oggi non possiamo non ricordare la nascita di Alan Turing (1923), che, oltre a essere un grande logico, critto-analista e matematico, è stato uno dei padri dell’informatica e uno dei primi a interessarsi alla questione dell’intelligenza artificiale. Un uomo che, in qualche modo, ha anticipato i tempi.