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Il lavoro intende ricostruire i fili dell'agitazione in favore del libero scambio tra la crisi politico-economica di fine Ottocento e il tramonto del regime liberale. Tale campagna avrebbe dovuto inserirsi, per il movimento liberista, in una più ampia, volta alla democratizzazione delle istituzioni. Nonostante, peraltro, la comunanza di premesse culturali e intendimenti politici, non mancarono all'interno del mondo liberista linee di frattura e dissonanze. Se difatti il montante clima nazionalista di inizio Novecento avrebbe enfatizzato nell'azione di gran parte dei liberisti i nessi tra liberoscambismo e antimilitarismo, la tematica tributaria registrò notevoli frizioni interne. Nel dopoguerra, infine, il virulento antistatalismo di alcuni esponenti del milieu liberista avrebbe individuato nel governo guidato da Mussolini l'ultima chance per salvare lo Stato liberale.
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