Temporaneamente non disponibile
vota, segnala o condividi
Città Fragile sono i luoghi abbandonati, gli edifici in rovina, i residui e i frammenti urbani, gli insediamenti informali, i boschi da preservare, le popolazioni vulnerabili, le vecchie e le nuove povertà, gli anziani, i nomadi, gli immigrati. Città Fragile è periferia, vuoto, margine, rovina, disordine, rifugio per la diversità. La fragilità è un fattore ormai connaturante e una condizione costitutiva della contemporaneità: il lavoro di ricerca prova a reinterpretarne il senso, leggendola non solo come fattore di criticità, ma come occasione di progetto alternativo, per un modello urbano antifragile, in grado di accogliere precarietà e incertezza, e occasione di ripensamento del ruolo del progettista, urgente nel contesto storico attuale, in cui il progetto come pratica dell'architettura è in crisi. Luogo emblematico della Città Fragile è l'area di Piazza d'Armi: un potenziale common ground, custode di un'insolita cultura autoprodotta, autocostruita, informale, ma anche paesaggio spontaneamente rinaturalizzato, detentore di una biodiversità rara in un contesto metropolitano; una realtà urbana difficilmente accessibile e sottratta alla comunità, cinta da un sistema di grandi isole monofunzionali, in gran parte in stato di abbandono. Un grande vuoto che non deve più essere considerato residuo da colmare, ma paesaggio stratificato, deposito di segni, tracce, tensioni, voci, indizi.
PERCORSI