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Questo numero di Limes è dedicato alla frontiera marittima meridionale del nostro paese, dopo che anche lo Stretto di Sicilia è scivolato fra le aree critiche del Mar Mediterraneo. In questo spazio di competizione geopolitica che è decisivo per la nostra sicurezza e il nostro benessere, il principale cambiamento dell'ultimo anno è l'insediamento di grandi potenze sulla quarta sponda: Russia in Cirenaica e Turchia in Tripolitania. Mosca e Ankara hanno profittato della crisi degli Stati Uniti e del loro relativo disinteresse verso il fu mare nostrum per guadagnare postazioni e influenza, sbarcando in Nord Africa con l'intento di restarvi. E senza farsi la guerra. L'Italia torna a confinare con i "cattivi" secondo l'egemone americano come non accadeva dalla fine della guerra fredda. Una condizione che comporta delle minacce, ma anche delle opportunità. È il momento di vegliare sul confine con Caoslandia, un fatto che può garantirci delle responsabilità e un ruolo potenziale nell'area, soprattutto se gli Stati Uniti dovessero confermarsi restii a riaffacciarsi con decisione a est di Gibilterra. Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista. Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili. L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.
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