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'La grammatica del sanscrito, la lingua delle "persone rispettabili" (ârya), ha avuto in tutto il mondo, e anche in Italia, molti cultori ed è naturale che una nuova opera del genere non possa fare a meno di mostrare una qualche originalità, che ne renda opportuna la pubblicazione. A questo l'autore ha provveduto anzitutto con i suoi "Prolegomeni", che non solo sottolineano la grande importanza della lingua sanscrita, estrema propaggine orientale della vasta area linguistica che va dall'Europa nord-occidentale all'India, ma delineano lo sfondo storico e linguistico su cui si colloca la "regina delle scienze", che è la scienza grammaticale (vyâkara?a?âstra), dell'India antica, presentando un quadro culturale assai più ampio e comprensivo anche dal punto di vista antropologico e sociologico. In secondo luogo, sulla scorta delle affermazioni di quello che è noto come trimuni-vyâkara?a (la grammatica dei tre silenziosi: Pâ?ini, Kâtyâyana e Patañjali) egli ha introdotto qualche novità di rilievo anche nella trattazione morfologica, evitando, per esempio, le ampie (...)'.
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