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Intervista esclusiva a Saverio Gaeta



Saverio Gaeta è nato a Napoli nel 1958. A vent’anni ha cominciato l’attività giornalistica lavorando nel settimanale cattolico di Napoli Nuova Stagione. In seguito ha lavorato come cronista per il quotidiano Il Mattino e nel 1988 ha iniziato il praticantato nel quotidiano della Santa Sede L’Osservatore Romano. Dal 1991 ha lavorato con i Periodici San Paolo, prima come vaticanista del mensile Jesus poi come caporedattore di Famiglia Cristiana con l'incarico di coordinare le iniziative speciali socio-religiose. Ha collaborato con Avvenire, Il Sabato e il Messaggero di Sant'Antonio, Radio Vaticana, la RAI e Mediaset.

Ha pubblicato una sessantina di libri, fra saggi, biografie, libri-intervista e antologie.


Leggi l'intervista sul libro "Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane"

 

Il Veggente del suo libro è Bruno Cornacchiola che, a partire dal 1947 nella località delle Tre Fontane a Roma, ebbe decine di apparizioni della Madonna. Chi era quest’uomo?

Un personaggio straordinario, veramente da romanzo. Durante la guerra di Spagna si convinse che il Papa era l’anticristo e stabilì che lo avrebbe ucciso. Tornato a Roma divenne il miglior propagandista dell’Avventismo protestante. Si era recato alle Tre Fontane per scrivere un discorso contro i dogmi mariani, ma la visione della Vergine della Rivelazione lo fece diventare un convertito “tutto d’un pezzo”, che dava persino fastidio al quieto vivere ecclesiastico. E per tutta la vita ha continuato a ricevere dalla Madonna profezie e messaggi che lo invitavano in particolare a difendere la “retta dottrina”.


Le rivelazioni al veggente Cornacchiola sono rimaste nascoste per molto tempo. Perché sottovalutate o per altri motivi?


Occorrerebbe chiederlo ai responsabili della Congregazione per la dottrina della fede, dove sono custoditi questi e tanti altri messaggi di ispirazione soprannaturale. Indubbiamente non è facile essere certi della loro soprannaturalità. Però la mia impressione è che in generale si preferisce rinchiuderli in un oscuro archivio, piuttosto che interrogarsi sui motivi per cui la Madonna continua a intervenire nella storia umana richiamando alla conversione dei cuori. Sono convinto che un maggior sforzo nello studiarli e nel presentarli adeguatamente ai fedeli sarebbe l’atteggiamento più giusto. Personalmente è quello che provo a fare.


In quali casi le visioni vengono attribuite a fonti sataniche?
Quando sono con evidenza contrarie agli insegnamenti del Vangelo e a ciò che il magistero e la tradizione ecclesiali insegnano autorevolmente. Dubbi ci possono essere anche quando le profezie sono umanamente immaginabili, poiché il demonio, con la sua grande intelligenza, ha straordinarie capacità deduttive. Perciò si presta maggior attenzione a quelle profezie che possono provenire soltanto da Dio, in quanto appartengono a un futuro non prevedibile.


Tra le rivelazioni ci sono riferimenti a fatti storici importantissimi e poi effettivamente accaduti (dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973, al ferimento di Giovanni Paolo II nel 1981, fino alla caduta delle Torri Gemelle nel 2001). Quanto peso ha questa evidenza nella valutazione della veridicità e autorevolezza della rivelazione?

Avendo letto integralmente le decine di agende fittamente scritte da Cornacchiola durante tutta la sua vita, che venivano regolarmente sottoposte ai suoi confessori e direttori spirituali, ho la certezza morale che tutto ciò che ha visto in anticipo sia frutto di ispirazioni soprannaturali. A lui per primo, questi preannunci servivano come conferma dell’affidabilità e della provenienza soprannaturale di tutto il resto che gli veniva detto: le drammatiche rivelazioni sul futuro del mondo e della Chiesa.


«Ho visto scorrere molto sangue in San Pietro... La Chiesa ridotta a un ammasso di rovine...»
Questa e altre affermazioni sono piuttosto inquietanti. Secondo lei come vanno lette?

Sappiamo che tutte le profezie sono condizionate e che possono anche essere annullate o ridimensionate dalla preghiera. Ma è indubbio che in tante apparizioni mariane e profezie di santi si parla di un tempo di persecuzione e di martirio, e lo stesso Catechismo della Chiesa cattolica si esprime in tal senso. Quelle date a Cornacchiola sono sulla medesima lunghezza d’onda di quelle di Lucia a Fatima e di Melania a La Salette. Qui, in più, c’è il richiamo alla minaccia che proviene dall’Oriente, e più precisamente dall’integralismo islamico. Nel medesimo tempo, la Madonna ha più volte affermato che “chi prega non ha paura del futuro”. Se il nostro destino è la vita eterna con Dio, a noi spetta innanzitutto preoccuparci della nostra anima e di essere pronti “con le lampade accese”.

Qual è attualmente la posizione della Chiesa su queste rivelazioni?
La gerarchia ecclesiastica manifesta da tempo difficoltà ad approvare le apparizioni mariane. In Italia, la più recente risale addirittura al 1888, quando il vescovo locale si recò a Castelpetroso nell’intento di smascherare un presunto veggente ed ebbe lui stesso la visione della Madonna (l’approvazione del pianto della Madonnina nel 1953 a Siracusa non riguarda infatti un’apparizione). Perciò ci si può rifare alla posizione di Pio XII, che più volte si espresse in favore della veridicità dell’evento delle Tre Fontane, al punto da benedirne la statua, e di Giovanni Paolo II, che mandava il cardinale Deskur a pregare alla Grotta in occasione dei propri viaggi internazionali. In ogni caso, come dichiarò il cardinale vicario Poletti e come ha recentemente confermato il decreto giubilare della Penitenzieria apostolica, quello della Vergine della Rivelazione è ufficialmente un santuario.

Il suo libro sta riscuotendo una grande attenzione. Sicuramente tocca corde sensibili ma non c’è dubbio che il contenuto sia “esplosivo”. Si apriranno nuove riflessioni nella Chiesa?
Più che riflessioni, mi auguro che si colga da parte di tutti che gli appelli della Vergine della Rivelazione esprimono la preoccupazione di una mamma che vede i suoi figli sull’orlo del precipizio e li sollecita ad accogliere l’invito alla conversione e alla pace vera dei cuori. In questo senso, credo che oggi le autorità ecclesiastiche debbano avere il coraggio di dare risposta ai fedeli che chiedono una parola chiara su Medjugorje e su altre apparizioni “sotto inchiesta”: i devoti devono essere aiutati nel loro cammino di fede, anche attraverso opportune iniziative pastorali


I libri di Saverio Gaeta