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Creso, re della Lidia, era conosciuto come l'uomo più ricco del mondo. La sua ricchezza proveniva dai territori conquistati e dal fiume Pattolo, che con acque aurifere attraversava Sardi, capitale del suo regno. Creso pensava che con la ricchezza avrebbe ottenuto vantaggi dagli dei, ai quali offriva oro e argento, e sentendosi protetto si riteneva invincibile. Un giorno, dopo aver consultato l'oracolo di Delphi, dichiarò guerra a Ciro, re dei Persiani. Sconfitto, fu fatto prigioniero. Condannato a morte, fu salvato dall'intervento del dio Apollo. Ciro lo nominò suo consigliere. Una notte, approfittando della fiducia del re dei Persiani, fuggì. Si farà chiamare Sardo. Dopo una peregrinazione per terra e mare giunge a Focea, in Asia Minore, dove incontra il comandante Dionisio, con cui giungerà a Olbia, ultima meta del suo viaggio. Antonio Rosato unendo gli eventi storici del VI secolo a.C. a episodi tratti dalla mitologia e dai poemi omerici, racconta di un re valoroso e saggio, dotato di pietà e profondità d'animo. Creso coniuga in sé le doti di Ulisse ed Enea, e il suo viaggio è il viaggio di ognuno di noi, attraverso le età della vita, fino al compimento di un'esistenza.
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