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Mangia con il pane. Storia di mio padre, il comandante Paolo

Libro di   Oscar Farinetti

Mangia con il pane. Storia di mio padre, il comandante Paolo Libro di  Oscar Farinetti
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"La vita è un film a lieto fine, basta restare onesti e non mollare mai" amava ripetere Paolo Farinetti, il "comandante Paolo" che, a capo della XXI brigata Matteotti "Fratelli Ambrogio", combatté i nazifascisti sulle colline delle Langhe durante la Resistenza. E infatti, lui non ha mai mollato, né allora né dopo. Perché Paolo, quella scelta di battersi per la giustizia e per la libertà l'ha fatta una volta per tutte. Nato da poverissimi contadini su quelle colline della "malora" rese celebri da Fenoglio, il ventenne Paolo, colpito da una brutta peritonite, alla fine del 1943 rifiuta di tornare sotto le armi e sceglie di diventare un "ribelle" e di "salire in montagna". Dove l'iniziale avversione per la retorica guerrafondaia del fascismo matura presto in una coscienza politica chiarissima: lui e i compagni che hanno condiviso la sua scelta sono lì perché vogliono un'Italia diversa, più libera e giusta. Dapprima inquadrato nelle formazioni autonome del comandante "azzurro" Mauri, Paolo, con un'intuizione decisiva, sposta il teatro operativo del suo gruppo dalla montagna alle più familiari colline albesi e alla bassa Langa, dove può contare non solo sulla conoscenza del territorio ma soprattutto sul sostegno della "sua" gente pronta a offrirgli collaborazione, riparo, cibo, abiti, informazioni. Diventato il carismatico "comandante Paolo" grazie alla capacità di conciliare il coraggio indomito con la prudenza e l'umanità, compie gesta spericolate ed eclatanti.

La nostra recensione
Paolo Farinetti
, il “comandante Paolo”, è stato un partigiano e, assieme ai suoi compagni della XXI brigata Matteotti “Fratelli Ambrogio”, ha preso parte alla Resistenza e affrontato i nazifascisti sulle colline del cuneese. Imprese ardite, ai limiti del possibile, come la liberazione di alcuni prigionieri condannati a morte o lo scontro a viso aperto con le forze nemiche, che Oscar (il fondatore di “Eataly”) racconta in modo appassionato, come solo un figlio che ama il padre può fare.
Ne viene fuori il ritratto di un uomo pulito e coraggioso, di quelli che fondano la loro esistenza su alcuni principi (il primato dell’essere umano sulle idee che diventano ideologia e sui beni materiali, il valore del dubbio e dell’ascolto, la convinzione che diventa forza e testardia ma mai ottusità o spocchia) e non li abbandonano in nessun caso, costi quel che costi; il ritratto di una persona onesta, disposta al sacrificio, di quelle che, se ti guardi intorno, ti chiedi se ne esistono ancora.

Un libro caldo, che dà nostalgia, ma, al tempo stesso, regala speranza. Non è poco...

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