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La Bhagavad-gita è, insieme con le Upanisad, l'opera dell'antica letteratura religiosa indiana in sanscrito più largamente conosciuta in tutto il mondo. Considerato una sorta di Vangelo da milioni di hindù, questo testo fondamentale del pensiero religioso brahmanico è, con le sue settecento strofe, "solo" un piccolo episodio del Mahabharata, la gigantesca epopea che narra, secondo l'interpretazione tradizionale, la storia leggendaria dei principali antenati del popolo hindù. Composta probabilmente attorno all'inizio del II secolo a.C., e fissata nella redazione nota come vulgata dal grande filosofo Sankara, la Bhagavad-gita contiene un insegnamento "divino" e "segreto" sui due aspetti fondamentali dell'esperienza religiosa: quello speculativo (la conoscenza del Brahman, cioè della Realtà assoluta) e quello pratico (la disciplina dello yoga, che conduce all'esperienza dell'unità). Il tema centrale, che è anche il filo conduttore dell'intero Canto, individua nell'azione priva di attaccamento ai suoi frutti - e, quindi, priva di desiderio - il vero yoga, cioè la via maestra che consente all'uomo di vivere la propria esperienza terrena senza esserne contaminato, e di raggiungere così la perfetta unione con il glorioso Signore, che è suprema pace. Oltre all'eccezionale richiamo che questo testo esercita per chiunque voglia intraprendere un cammino spirituale di meditazione introspettiva, di rinuncia e di amore devoto di Dio, il Canto del glorioso Signore...
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