Temporaneamente non disponibile
vota, segnala o condividi
«"Abbiamo avuto la battaglia del grano, e poi la giornata coloniale. Certamente avremo, appena se ne presenti l'occasione, la battaglia a favore dei prodotti nazionali. Perché non si farebbe anche la battaglia del libro?" Così scrive Fernando Palazzi nel 1926. Siamo negli anni in cui il ruolo degli intellettuali viene via via ridefinendosi, ad opera sia degli intellettuali medesimi (con i manifesti del 1925) sia del regime - con l'istituzione di enti prestigiosi quali l'Accademia d'Italia e l'Istituto Nazionale Fascista di Cultura. In tale contesto si delinea altresì una specifica politica del libro, testimonianza e veicolo delle glorie nazionali, letterarie e non, e oggetto d'antiquariato e di collezione al tempo stesso. Attraverso le carte del Fondo Marino Parenti, conservato presso la Biblioteca di storia e cultura del Piemonte "Giuseppe Grosso" di Torino, e la documentazione rintracciata presso l'Archivio Centrale dello Stato (...)».
PERCORSI