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Può sembrare strano che una piccola pieve, per di più isolata nella campagna in destra del Po di Primaro, possa illuminare, col suo straordinario portale scolpito e con l'altrettanto raro ciclo di affreschi apocalittici, due epoche cruciali nella storia della chiesa di Ravenna (il VI e gli inizi del XII secolo), per quanto concerne sia i rapporti tra Chiesa e potere politico, sia l'elaborazione del pensiero teologico, sia lo sviluppo della creazione artistica. La lettura di questo libro dimostra il contrario e lo fa affidandosi, oltre che alle fonti storiche e alla smisurata letteratura sui temi trattati, ai documenti che si mostrano meno vulnerabili alle 'interpretazioni': le persistenze materiali (pietre, marmi, lacerti affrescati, posizione geografica, idrografia). Per questo può considerarsi un contributo non secondario ad una migliore conoscenza del passato di Ravenna nella sua relazione spesso turbolenta con Ferrara, nel corso della quale Argenta è stata di volta in volta oggetto o strumento di conquista e di cui resta testimonianza nella sua doppia appartenenza: alla provincia di Ferrara e all' arcidiocesi di Ravenna.
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