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"Evocando l'incontro con Guia, mi viene in mente l'affermazione di un famoso rabbino: 'Non domandare la tua strada a qualcuno che la conosce, potresti non perderti!'. Avrei potuto pensare che lei era già abbastanza persa da non doverla smarrire di più. Voleva diventare la donna che portava in sé e io desideravo incontrare quella donna: due desideri abbastanza forti per iniziare un viaggio. Abbiamo ben presto perso di vista la terra ferma. Un volta in alto mare, a quale bussola potevo ricorrere? Potei orientarmi grazie alla fiducia che Guia riponeva in me. Lei si era messa all' ascolto di quello che portava nelle viscere. L'universo, che ci aveva messo miliardi di anni per arrivare fino a lei, poteva non costruire in lei il percorso della sua realizzazione? Inconcepibile! Per lei e per me era inconcepibile! Guia non guidava più la sua logica, si era messa al servizio di una verità di cui era depositaria. Voleva ingravidarmi di lei e di quello che di nuovo poteva sorgere da lei. Per diventare veramente se stessa. Un fiume non può non raggiungere l'oceano, così, nel corso delle nostre sedute, fluiva il verbo in Guia, scavandosi il proprio letto e alla fine di questo viaggio ho potuto dire a me stesso: 'Grazie a te è nato un fiore nel deserto!'" (dalla prefazione di Guy Gerbi).
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