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"E proprio qui, in questo scenario ideale, tra morbide colline verdi e laghi azzurri, è il luogo dove lo farò fuori, quel caro e vecchio decrepito fantasma di Auschwitz. A noi due, dunque, vecchio mio". Un regista cinematografico decide, aiutato da un suo amico sceneggiatore, di trascrivere il film della sua mente sulla pellicola, per liberarsi una volta per tutte del "fantasma di Auschwitz". Il protagonista, il giovane ribelle Joshua, pianista ebreo milanese, parte per Salisburgo dove è stato invitato dalla Deutsche Grammophon per una registrazione. Senza saperlo ripercorre la strada del padre, anche lui musicista, scomparso verso la fine della guerra. Qui Joshua incontra Fries, un ex colonnello della Wehrmacht, appassionato di musica e legato alla sua famiglia. Immobile e ineluttabile, il tempo dei ricordi non si può ignorare. Un romanzo nel romanzo, "A noi due" è la storia di un appuntamento, sospeso, eterno, tra il lettore e l'autore nell'immaginario vagone della memoria. È il racconto di un uomo "ammesso che un ebreo possa essere uno qualunque" e del suo incubo più grande.
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