The Artist è il cinema che si racconta nel suo passaggio storico: dal muto al sonoro. Ma lo fa circa 90 anni dopo, lasciando paradossalmente da parte ogni tipo di espediente tecnologico e servendosi  degli strumenti propri di quel cinema, raffinato e nostalgico, ricordo offertoci da Hazanavicius. La prima domanda che lo spettatore di un film così anacronisticamente moderno si pone è come non annoiarsi di fronte a due ore di cinema muto, oggi, che l’industria cinematografica ci ha abituati ad effetti speciali, azione, movimento, visioni tridimensionali e sinestetiche.Fidatevi, annoiarsi è impossibile. C’era chi lo aveva già relegato in quell’area della cinematografia che rimane sempre un po’ in penombra,  “nicchia” di specialisti, ma, contro ogni aspettativa, The Artist ha colpito tutto il pubblico ripescando la purezza delle immagini di padri come Lang, Lubischt o Murnau.

E poi, se non un film muto, quale film avrebbe reso una star indiscussa un cane? Vedere per crederci.