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24/04/2018

San Fedele da Sigmaringen

Si chiama Marco Roy (o Rey), di famiglia oriunda fiamminga piuttosto agiata. A 23 anni si laurea in filosofia all’università svizzera di Friburgo e passa agli studi di diritto. Ma qui c’è un’interruzione, già dovuta alla sua fama di
studioso presso la nobiltà sveva. Lo chiamano a fare da maestro e da guida a un gruppo di giovani aristocratici, nel grand tour d’istruzione attraverso l’Europa. Sono sei anni (1604-1610) di viaggio, soggiorno e studio sotto la sua direzione, in Francia, Spagna e Italia; e di questi tre paesi Marco impara anche le lingue.
Rientrato a Sigmaringen e ripresi gli studi, si laurea in diritto nel 1611 e i suoi esordi come avvocato sono incoraggianti:
difende gratuitamente i poveri, piace per la chiarezza del linguaggio (e per la concisione, in questo secolo prolisso). Lo chiamano già a qualche incarico locale di governo, in Alsazia. Ha quanto occorre per fare molta strada. E ne farà molta, ma su un altro percorso, perché decide di farsi frate, di quelli con “habitello stretto et cappuccio aguzzo”, i cappuccini,
appunto, nati nel 1528 dal ceppo francescano. Meno filosofia, qui, meno diritto civile e canonico, meno aule solenni; e più ospedali da frequentare, più lazzaretti in tempo di peste, più prigioni e ogni altra miseria. Più Vangelo. Prima di indossare l’abito, viene ordinato sacerdote (1612), poi va a fare il noviziato fra i cappuccini di Friburgo, assumendo il nome nuovo di religioso: Fedele da Sigmaringen.
Dopo gli studi di teologia diventa via via guardiano (superiore) in conventi di Germania e di Svizzera: Rheinfelden, Feldkirch, Friburgo e ancora Feldkirch. È richiesto anche come predicatore, sia sul fronte interno, cattolico, della rigenerazione interiore, della coerenza tra fede e vita, sia su quello acceso della polemica col mondo protestante.
Nella primavera del 1622 lo mandano in prima linea nella Rezia. Qui il predicatore cattolico è visto dai protestanti come un emissario o complice del nemico di sempre: la cattolica Casa d’Asburgo, il detestatissimo Impero.
Così è per lui, che pure molti apprezzano per la serenità della predicazione; suscita infatti conversioni, ottiene misure a favore dei cattolici. Il 24 aprile 1622, invitato da certi sedicenti amici, predica nel paese di Seewis, e già lo disturbano mentre parla. Uscito poi dalla chiesa, si trova in mezzo a un gruppo di armati: gli chiedono di ripudiare la fede cattolica, e al suo rifiuto lo uccidono.
Fedele da Sigmaringen, il cui corpo è custodito nella cattedrale di Coira, sarà poi canonizzato nel 1746 da Benedetto XIV.