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24/09/2018

Beata Vergine Maria della Mercede

Non è raro, specialmente in territori di lingua o influenza spagnola (Spagna, America Latina, Filippine…), trovare bambine chiamate Mercedes. L’origine di questo nome è senza dubbio la beata Vergine della Mercede, sotto il cui titolo Maria è venerata originariamente in Aragona e in Catalogna. Innegabile il suo legame con l’Ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi, ossia per la liberazione dei cristiani rapiti e fatti prigionieri, fondato a Barcellona da san Pietro Nolasco (morto nel 1256). Nei primi venti anni di vita il mercante Pietro aveva osservato nei suoi viaggi la condizione penosa di molti schiavi cristiani, per cui risolse di dedicarsi, con alcuni giovani compagni laici, alla loro liberazione. Trascorsi quindici anni, e costatando che il numero degli schiavi aumentava, nella notte del 1° agosto 1218 Pietro ebbe una visione della Vergine Maria che lo esortava a fondare un Ordine religioso per meglio realizzare quell’opera di misericordia.  Giacomo I, re d’Aragona, e il vescovo della città ne approvarono il progetto e il 10 agosto dello stesso anno fu costituito ufficialmente il nuovo Ordine. Nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona il vescovo consegnò a Pietro e ai suoi compagni l’abito bianco segnato da una croce e la Regola di sant’Agostino. L’Ordine sarà approvato nel 1235 da papa Gregorio IX. Da parte sua Giacomo I affidò all’Ordine l’ospedale di sant’Eulalia in Barcellona, che servì da primo convento, casa di accoglienza degli schiavi liberati e asilo per gli infermi e per i poveri.

I mercedari iniziarono a raccogliere i fondi per il riscatto degli schiavi. Dalla fine del XII secolo il metodo più comune per dare la libertà agli schiavi cristiani fu la redenzione, che consisteva nel pagare un riscatto al padrone dello schiavo. Se le somme raccolte si rivelavano insufficienti per redimere qualche  cristiano, uno dei mercedari si sostituiva eroicamente allo schiavo. Data la crescente necessità, Pietro Nolasco pensò di estendere l’Ordine in Aragona e in Francia, sicché nel 1245 si contavano quindici case con oltre cento religiosi. Nel 1514 sorse il primo convento mercedario in Santo Domingo, che divenne centro di espansione missionaria nel continente americano. I mercedari difesero i popoli indigeni, denunciando i soprusi degli spagnoli alle competenti autorità. Nei secoli seguenti l’Ordine della Mercede raggiunse nuovi sviluppi: nel 1775 aveva in Europa 229 conventi con 4.493 religiosi, suddivisi in otto province. Sorsero poi anche i mercedari scalzi e le monache mercedarie scalze, con alcuni conventi in Spagna. Si calcolano circa 52.000 schiavi riscattati dai mercedari attraverso l’esborso di enormi somme di denaro ai musulmani o saraceni che facevano escursioni nelle coste del Mediterraneo riducendo in schiavitù le popolazioni cristiane. Le redenzioni venivano preparate nei minimi particolari. La partenza era preceduta da una cerimonia liturgica, e una volta terminata la redenzione si celebrava un atto di ringraziamento al Signore. Innumerevoli i mercedari che morirono durante l’esercizio della loro missione.

Oggi l’Ordine è impegnato nella liberazione dalle nuove forme di schiavitù spirituale, psicologica, economica e sociale. Svolge la sua attività nelle carceri, con iniziative di prevenzione o alternative al carcere e con un aiuto post-carcerario; s’impegna per rifugiati, emarginati, perseguitati, in modo particolare per coloro che non possono esprimere in libertà la loro fede; si esprime nell’evangelizzazione per liberare dalle nuove forme di schiavitù economica e culturale del mondo di oggi. La beata Vergine sotto il titolo “della Mercede” è celebrata dall’Ordine mercedario il 24 settembre, ma il formulario della messa fa parte della Raccolta di messe della beata Vergine Maria (1986). Cristo è presentato come il “redentore del mondo”, che con il suo sacrificio ci ha conquistato “la libertà filiale”. Maria è la serva del Signore, avendo dedicato tutta se stessa “alla missione redentrice del Figlio”. Come l’antica Giuditta con grande coraggio liberò il popolo dall’assedio di Oloferne, così Maria, nuova Giuditta, lottò con l’antico serpente, procurando la salvezza al popolo d’Israele e a tutta la Chiesa. Profetessa della redenzione di Israele, Maria magnificò il Signore perché nella sua misericordia ha soccorso Israele liberandolo dalla schiavitù del peccato. La Vergine stette salda sotto la croce di Cristo “come generosa compagna della (sua) passione”; dichiarata madre dei discepoli del Figlio “con materna sollecitudine” si china su di essi “che gemono nell’oppressione e nell’angoscia, perché, spezzati i ceppi di ogni schiavitù, riacquistino la piena libertà del corpo e dello spirito”.

(di Stefano De Fiores)