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Il riformismo in politica non può essere ricondotto solo al classico schema liberal-laburista, perché si rischia di ridurre il cittadino a mero lavoratore, consumatore, elettore e utente. Serve anche una visione capace di valorizzare la persona entro la famiglia, le reti parentali e di vicinato, i corpi intermedi, le varie forme associative, mutualistiche e cooperative, il sindacato, i servizi pubblici locali, le piccole imprese locali e quelle partecipate e responsabili, il civismo, il municipalismo. Solo così si possono battere le sirene del consumismo, del populismo e del sovranismo. In sintesi, possiamo definire questa cultura politica come il riformismo comunitario.
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