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Piero Martinetti - "grande rimosso" della filosofia italiana e "pensatore di statura europea", nelle definizioni di Massimo Cacciari - si confronta con l'opera capitale di Spinoza, uno dei fondamenti della filosofia moderna. Spinoza appare agli occhi di Martinetti, un "mistico della ragione", il cui pensiero è accostabile, per tragitto di ricerca, a quello di altri grandi spiriti dell'umanità che, come Lev Tolstoj, seppero far rinascere la religione nel grembo della ragione. Il commento di Martinetti si sviluppa dunque sotto la luce di un'affinità profondamente vissuta, sempre messa alla prova dall'analisi del testo in una costante tensione morale. Al centro, rimane la necessità di trasformare la realtà attraverso la conoscenza e di raggiungere una vera libertà. Libertà che consiste nell'avere conoscenza dei propri affetti e nel saperli, di conseguenza, dominare.
Quando, nel 1928, pubblica questa esposizione dell’Ethica ordine geometrico demonstrata
di Spinoza, Piero Martinetti si fa interprete di una delle figure
fondamentali nella sua formazione, modello di una possibile
riconciliazione della ragione con una religiosità non confessionale. L’Etica
– chiusa nella sua rigidezza assiomatica-deduttiva, dalla quale lo
stesso Spinoza cerca a tratti di svincolarsi – è una lettura ardua e
complessa, che rappresenta un punto di svolta nel pensiero occidentale.
Dall’anno della sua stampa (il 1677, lo stesso della morte del filosofo)
è stata l’origine di percorsi molteplici e spesso contrastanti,
un’opera con la quale nessuno, da Hegel a Nietzsche, da Kant a
Schopenhauer, ha potuto evitare di confrontarsi. Renderla accessibile –
senza nulla togliere al rigore del processo speculativo o alla
precisione degli assunti – è per Martinetti una missione necessaria, e
il suo commento si sviluppa sotto la luce di un’affinità profondamente
vissuta, sempre messa alla prova dall’analisi del testo e in una
costante tensione morale. Così, evidenziando la via verso la libertà
attraverso la conoscenza sottesa all’argomentazione spinoziana,
Martinetti giunge quasi a identificarsi con il suo autore, un «mistico
della ragione» votato alla ricerca, se necessario solitaria, della
verità.
Piero Martinetti
Piero Martinetti, professore di filosofia teoretica e
morale, fu interprete originale dell’idealismo post-kantiano e portatore
di una visione religiosa profonda e non confessionale. Fu uno dei
docenti universitari che rifiutarono di prestare il giuramento di
fedeltà al fascismo e, pur tenendosi lontano da ogni tipo di militanza
politica, lottò per tutta la vita contro le imposizioni e gli attacchi
del potere politico e religioso. Tra le sue opere ricordiamo Pietà verso
gli animali (Il Nuovo Melangolo, 1999), La Libertà (Aragno, 2004),
Breviario spirituale (UTET, 2006) e L’educazione della volontà (Edizioni
Clandestine, 2006).
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