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Vacanze e Spiritualità

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L’estate, si sa, è sinonimo di vacanza. E, dopo un anno passato a studiare e lavorare, o a prendersi cura di chi più ne ha bisogno, è giusto che sia così. Tuttavia, a ben pensarci, “vacanza” è soltanto un nome, un contenitore con cui definiamo del tempo a nostra disposizione. Ed è compito di ciascuno riempirlo nel migliore dei modi: con il riposo, certo, con il “divertimento”, ma non solo.
Le vacanze, in questo senso, sono, più di tutto, un’occasione per nutrire lo spirito e prendere le distanze (da una quotidianità che corre veloce e tutto travolge); per meditare e, se possibile, “ascoltare il silenzio” (“già il fatto stesso di gustare il silenzio”, dice papa Benedetto, “di lasciarsi, per così dire, ‘riempire’ dal silenzio, ci predispone alla preghiera”); per riaffermare e partecipare la nostra fede.
Come? Dove? Nei monasteri, ad esempio, e nel corso dei pellegrinaggi.
I primi, dice il Santo Padre, sono “oasi dello spirito”: luoghi di solitudine e condivisione, di bellezza architettonica (“semplice e austera”) e naturale (si ricordi, a questo proposito, il concetto di via pulchritudinis, come capacità di elevarsi dalla bellezza sensibile a quella eterna, e “scoprire con fervore il Dio Santo Artefice di ogni bellezza”).

 

I secondi, i pellegrinaggi, non sono semplici “gite”, ma esperienze costitutive, fondanti dell’esperienza cristiana, diffuse sin dalla antichità, quando i primi cristiani si spostavano in Terra Santa, a Roma (città del martirio di Pietro e Paolo) e Compostela (lungo il “cammino di San Giacomo”).
Con un pensiero rivolto a chi è costretto a passare l’estate nella calura delle città (i malati, gli anziani, le persone sole e non abbienti, i carcerati, i lavoratori), ecco una serie di titoli e articoli utili o anche solo curiosi per “riempire” le vostre vacanze.