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Un incontro straordinario

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Il mondo corre, non aspetta. Gli eventi si susseguono senza sosta. Ogni giorno ce n’è una. Il governo, la crisi, gli scandali... Non facciamo in tempo ad approfondire una notizia che siamo già con la testa a quella successiva. Non abbiamo tregua, non abbiamo sosta. Siamo sottoposti a decine di stimoli, bombardati da ogni tipo di notizia. Sembra che conti solo il “qui e l’ora”. L’attimo, l’adesso.
A volte, però, succede. È come se il tempo si fermasse. Le preoccupazioni quotidiane passano in secondo piano, riprendono il loro posto. Conta qualcosa di più grande, respiriamo la Storia.
È successo sabato scorso, a Castel Gandolfo. Papa Francesco ha fatto visita al papa emerito Benedetto XVI. Ha voluto incontrare il suo predecessore, suo “fratello”. Da una parte, Joseph Ratzinger, il teologo timido e sottile che ha scelto di “restare in modo nuovo presso il Signore Crocifisso”, dall’altro Jorge Bergoglio che è assurto al soglio di Pietro con un’energia, un vigore e una fisicità che fanno presagire un pontificato f uori dal comune. Da una parte, Benedetto, il grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, dall’altra Francesco, “l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato”.
È stato un incontro straordinario, che ci ha colpito dal punto di vista spirituale, teologico ed emotivo. E ci ha ricordato a cosa apparteniamo.