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Tre semplici atteggiamenti

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“Tre semplici atteggiamenti”, li ha chiamati così.
Con la consueta bonomia e determinazione, papa Francesco si è rivolto ai fedeli presenti all’Aparecida, il più grande santuario mariano del Brasile, dopo avere sostato in preghiera di fronte alla statua della Madonna nera ripescata nel 1717 nelle acque del Rio Parnaiba da tre pescatori, simbolo di vicinanza agli ultimi e agli oppressi. Simbolo della sua Chiesa.
Francesco ha parlato delle difficoltà che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Allo scoramento cui possono indurre. Alla rinuncia, alla resa. Tuttavia, ha detto, “Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona! Non perdiamo mai la speranza! Non spegniamola mai nel nostro cuore!” Il male fa parte dell’esistenza. È parte della nostra vita. Ma “non è lui il più forte”. Agli “idoli passeggeri”, al successo, al piacere, al potere e al denaro, bisogna contrapporre i “valori immateriali che sono il cuore spirituale” di una comunità e trovano nella fede cristiana il loro fondamento: la generosità, la solidarietà, la gioia e la fratellanza. “Mantenere la speranza”, ecco il primo atteggiamento. Che è strettamente connesso al secondo, il “lasciarsi sorprendere da Dio”. Chi spera, infatti, sa che Dio “agisce e sorprende”. Ma bisogna volerlo, bisogna mettersi nella disposizione d’animo per accogliere il suo amore. Bisogna fidarsi. E bisogna essere felici: “Il cristiano è gioioso, non è mai triste”. Sa che Dio lo accompagna, che Cristo lo ama e ha “una Madre che sempre intercede”. Il terzo atteggiamento sta proprio in questo, nel “vivere nella gioia”. Perché, come dice Benedetto XVI, citato da Francesco, “senza Cristo non c'è luce, non c'è speranza, non c'è amore, non c'è futuro”.