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Siria: Paese devastato

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Una guerra civile nata da una delle tante rivolte che hanno contraddistinto quel fermento di libertà, noto ormai in tutto il mondo come “primavera araba”. In Siria però il regime del presidente Bashar al-Assad non ha ceduto alle pressioni popolari, anzi la risposta è stata violentissima e il bilancio delle vittime è, dal marzo 2011, di circa 19.000 morti. Anche in questi ultimi giorni i bombardamenti mietono altre vittime civili e incombe la minaccia di utilizzo da parte dell’esercito regolare di armi chimiche.  
Il Commissario Europeo per la cooperazione internazionale, Kristalina Georgieva, ha dichiarato: “Con la spirale di violenza sfociata in un vero e proprio conflitto civile, migliaia di siriani si trovano in una situazione disperata. I bisogni sono enormi all'interno del paese, ma anche nei paesi limitrofi che stanno affrontando un grande afflusso di rifugiati.”
L’Unicef indica in 1,3 milioni i bambini colpiti da questa guerra civile, sia all’interno del Paese che tra i rifugiati. Il conflitto inoltre ha impedito che venissero regolarmente fatte le vaccinazioni perché tutto il sistema sanitario siriano è rimasto sconvolto. C’è un appello dell’Agenzia dell’ONU alla comunità internazionale per un aumento dei finanziamenti per i programmi di acqua, servizi igienici, scuola, salute e alimentazione. 

La società civile siriana, e in particolare la minoranza cristiana, si trovano in una situazione drammatica: da una parte le truppe fedeli al regime e dall’altra gli insorti che sono sempre più tentati dal fondamentalismo islamico.
Il presidente dell’episcopato cattolico sottolinea quanto siano esposti i suoi fedeli in Siria, quanto i pericoli siano per loro maggiori e quanto impegno abbia questa minoranza per un’opera pacificatrice particolarmente difficile.

Nell'ultimo numero della rivista "Jesus" un interessante servizio sulla guerra civile siriana dal titolo Un popolo tra due fuochi.