San Paolo Store

Scienza, Vita e Referendum

vota, segnala o condividi

Come ci sono principi irrinunciabili, in alcun modo negoziabili (Educazione, Famiglia, Vita), fondamento dell’uomo e del suo essere sociale, così ci sono delle date imprescindibili, fondative della contemporaneità: il 20 maggio 1985 con l’introduzione dell’otto per mille, il 23 marzo 1986 con la prima Giornata Mondiale della Gioventù, il 12 marzo 2007 con il primo Family Day ed, esattamente sette anni fa, il 12 e 13 giugno 2005, con il Referendum sulla procreazione assistita.
Per corsa si votava? Di cosa si trattava?
In poche parole: si discuteva di eventuali modifiche alla legge 40.
Ovvero, in concreto?
Erano quattro quesiti, ideati e proposti dal Partito Radicale, relativi a:

  • ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni
  • ricorso alla procreazione assistita anche quando ci sono metodi terapeutici sostitutivi
  • diritti dell’embrione
  • fecondazione eterologa (la possibilità di utilizzare gameti esterni alla coppia).

Le settimane che precedono la votazione sono dense e cariche di tensioni, e il dibattito coinvolge scienziati, teologhi, giuristi e opinionisti. È una questione di grande importanza, che riguarda il singolo e l’intera comunità, e in particolare i cattolici e il loro “essere nel mondo” (il loro ruolo, la loro funzione). Dice Benedetto XVI nell’esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis: “Il culto gradito a Dio non è mai un atto meramente privato, senza conseguenze sulle nostre relazioni sociali: esso richiede la pubblica testimonianza della propria fede”. E, similmente, Giovanni Paolo II aveva sottolineato non solo la legittimità ma l’urgenza e “l’importanza dell'impegno nei ruoli pubblici e istituzionali e in quegli ambienti in cui si formano decisioni collettive significative e in quello della politica, intesa nel senso alto del termine, come oggi è auspicato da molti”.

 

Un ruolo importante, “sul campo”, lo esercita il cardinale Camillo Ruini, presidente CEI dal marzo 1991 (a proposito di date significative…). Ruini si fa interprete e voce dei cattolici, li riporta con decisione al centro della scena, occupa quel vuoto seguito allo scioglimento della Democrazia Cristiana. Al suo fianco, si schierano le maggiori associazioni (da Azione Cattolica a Comunione e Liberazione, dalla Agesci alla Comunità di Sant’Egidio, dal Forum delle Famiglie ai Focolari e a Rinnovamento nello Spirito) e il Comitato Scienza e Vita (guidato da Paola Binetti e Bruno Dallapiccola). È Ruini a lanciare l’allarme: in relazione a certe tematiche, quando in ballo c’è l’essere dell’uomo, il referendum non è lo strumento migliore, e rischia di aprire al caos, al cosiddetto “far west procreativo”: “Non cambiano però, e non possono cambiare – sostiene il Presidente dei vescovi italiani – la valutazione e la posizione che abbiamo ripetutamente espresso riguardo a questa legge, che sotto diversi e importanti profili non corrisponde all'insegnamento etico della Chiesa, ma ha comunque il merito di salvaguardare alcuni principi e criteri essenziali, in una materia in cui sono in gioco la dignità specifica e alcuni fondamentali diritti e interessi della persona umana".
Così, il 12 e il 13 giugno 2005 i referendum non raggiungono il quorum, e l’astensione tocca livelli record (pari al 74%). È un passo fondamentale, ricco di implicazioni, con un significato nitido e chiaro: la vita e la scienza non procedono su binari paralleli, al contrario. Dice don Luigi Sturzo: “Se il senso del divino manca, tutto si deturpa: la politica diviene mezzo di arricchimento, l'economia arriva al furto e alla truffa, la scienza si applica ai forni di Dachau, la filosofia al materialismo e al marxismo; l'arte decade nel meretricio".