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Santa Teresa di Lisiueux

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La vita di Thérèse Françoise Marie Martin è indubbiamente illuminata dalla santità. Nasce in rue Saint-Blaise 42 ad Alençon, il 2 gennaio 1873 da una famiglia di beati. Infatti i genitori Louis Martin e Marie-Azélie Guérin sono tuttore venerati dalla chiesa cattolica per la loro grande fede, data anche dal desiderio, mai realizzato di entrambi, di consacrarsi alla vita religiosa. Una famiglia borghese non comune quella della piccola Teresa, nella quale si  imparava  ad essere generosi, a prestare attenzione agli emarginati, a “offrire” e non semplicemente “sopportare” il dolore, a vivere come se la vocazione religiosa fosse un obbiettivo altissimo, quasi inarrivabile.

 

La madre Marie, morì nella notte del 28 agosto 1877 lasciando sole le 5 figlie quando Teresa aveva solo 4 anni. La bambina, intelligentissima, volitiva ed ostinata, all’epoca aveva già da un anno imparato l’alfabeto. Scrisse: “Il mio carattere felice mutò totalmente dopo la morte di mamma; vivace ed  espansiva com’ero, divenni timida e dolce, sensibile fin troppo”. Il legame tra lei e le sorelle, era talmente forte che quando Paolina nel 1882 entrò in convento Teresa somatizzò la morte della madre, in quanto fu per lei come perderla per una seconda volta. Cadde in una profonda crisi, affermò di volere tornare bambina, dimostrando un grave ritardo affettivo, che la fece regredire sino all’emulazione della scelta della sorella, impedita solo dalla sua giovanissima età. Affermò di essere stata guarita l’anno successivo dal “bacio della Vergine”, e fu per lei una grande gioia l’avvicinarsi per la prima volta al Sacramento della Comunione: “Fu un bacio d’amore, mi sentivo amata, e dicevo anche: ‘Ti amo, mi dò a te per sempre’. Non ci furono domande, non lotte, non sacrifici; da lungo tempo Gesù e la piccola Teresa si erano guardati e si erano capiti... Quel giorno non era più uno sguardo, ma una fusione, non erano più due, Teresa era scomparsa come la goccia d’acqua nell’oceano”.  Nel giorno della sua Cresima scrisse: “ricevetti la forza per soffrire, perché ben presto il martirio dell’anima mia doveva cominciare”.  Ricadde una seconda volta in una buio profondo con forti crisi di pianto ed emicranie che la costrinsero addirittura ad abbandonare la scuola. La situazione peggiorò ulteriormente quando anche la sorella Maria, nel 1866, entrò nel Carmelo. Scrisse: “Appena seppi la decisione di Maria, risolsi di non prendere più svago né piacere su questa terra”. Nonostante il Natale successivo fosse uno dei più tristi per lei e per la famiglia, Teresa riuscì a ritrovare quella forza d’animo che sembrava ormai perduta e che conservò per il resto della sua vita.

 

All’età di quattordici anni decise di entrare in monastero in maniera matura e consapevole, per un’autentica vocazione: voleva essere missionaria degli apostoli e degli increduli. Ma nonostante il parere favorevole delle monache del Carmelo e l’autorizzazione del padre, il reverendo Delatroètte le consigliò di rivolgersi al Vescovo, il quale le negò il permesso. Assieme al padre e alla sorella Celine si recò con la diocesi in  pellegrinaggio a Roma per rivolgere la richiesta direttamente a papa Leone XIII. Qui, nonostante il divieto di parlare in presenza del Papa, Teresa si inginocchiò davanti al Pontefice, chiedendogli di intervenire in suo favore per l'ammissione in convento. Il Papa rispose che, se la sua entrata in monastero fosse scritta nella volontà di Dio, questo desiderio si sarebbe certamente adempiuto, e fu così che sulla via del ritorno il vescovo cambiò opinione a riguardo e diede il permesso per la sua entrata nel Carmelo con il nome di "Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo". Teresa visse fino in fondo la vita da carmelitana con una osservanza ferma e rigorosa. Purtroppo la notte del giovedì santo del 1896 ebbe la prima emottisi causata dalla tubercolosi, malattia che nel giro di poco l’avrebbe portata alla morte. La vita eterna era vicina: “Godevo allora di una fede tanto viva, tanto chiara, che il pensiero del Cielo formava tutta la mia felicità, non potevo credere che vi fossero degli empi i quali non avessero la fede. Credevo che parlassero contro il loro stesso pensiero negando l’esistenza del Cielo, del bel Cielo ove Dio stesso vorrebbe essere la loro ricompensa eterna”. Teresa morì il 30 settembre 1897 poco dopo aver scritto: “Da gran tempo non appartengo più a me stessa, mi sono offerta totalmente a Gesù, egli è dunque libero di fare ciò che preferisce”.