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Migranti e accoglienza

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Ero straniero e mi avete accolto. 
Matteo 25:35

Nell'accoglienza mostriamo il volto di Dio.
Benedetto XVI

Milioni di persone sono coinvolte nel fenomeno delle migrazioni, ma esse non sono numeri! Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace. 
Nel mio Messaggio per questa Giornata ho richiamato l'attenzione sul tema "Migrazioni e nuova evangelizzazione" sottolineando che i migranti non sono solo i destinatari, ma anche i protagonisti dell'annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.
Benedetto XVI (in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 16 gennaio 2012)
 
Angeli stranieri

“Non dimenticate di essere ospitali con gli stranieri, perché alcuni hanno ospitato degli angeli senza saperlo” Lettera agli Ebrei, 13:2. Il riferimento è alla pagina della Genesi in cui Abramo, accogliendo presso le Querce di Mamre tre uomini stranieri, ha ricevuto la visita di Dio stesso (cfr. Genesi 18:1-16).

Si può considerare l’immigrazione come un fenomeno in crescita, un problema col quale è necessario confrontarsi…si può, dati alla mano, considerare le ripercussioni sociali ed economiche di 5.000.000 di stranieri “regolari” (dossier Caritas 2011) giunti in Italia come piccole frotte, da suddividere in percentuali tra i diversi luoghi di provenienza.
Ma si può anche avere per amico qualcuno tra “quelli che hanno deciso di emigrare” e allora, finalmente, l’individualità emancipata dal dato indistinto si svela nella normalità di una relazione umana. Gli abissi culturali si colmano nella reciproca conoscenza, le diversità per contrappasso smascherano i tratti di un’identica condizione umana.
D’altra parte la cultura di una comunità viaggia necessariamente su aree di confine e lì si definisce. È proprio lungo le frontiere che le differenze emergono e sono negoziate, seguendo la direttrice di una riclassificazione incessante, un mutamento che si arricchisce nella complessità, oltre e nonostante ogni schiacciamento fondamentalista.
Lungo i confini, dove non ci sono “né gentili, né ebrei”, passa la strada di una convivenza possibile in cui la multietnicità sia solo la prefazione all’intercultura. Una convivenza possibile in cui le leggi della solidarietà non siano solo i dettami della solidarietà sociale, ma scandiscano lo stupito e prezioso incontro con degli amici.
Nell’esilio, nell’esodo sofferto, nell’incertezza dello sradicamento che ha il sapore amaro di un pellegrinaggio costante rivive la nostalgia di “Canaan”, del ritorno a casa nella terra promessa della speranza. E a ricordarcelo sommessamente sono, a volte, i messaggi incompresi di angeli stranieri.  
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. 16 gennaio 2012

"Il nostro tempo è caratterizzato da una mescolanza di persone e popoli senza precedenti" nota Ratzinger e le problematiche sono nuove e complesse."Le comunità cristiane riservino particolare attenzione per i lavoratori migranti e le loro famiglie. anche attraverso la promozione di nuove progettualità politiche, economiche e sociali che favoriscano il rispetto della dignità di ogni persona umana, la tutela della famiglia, l'accesso ad una dignitosa sistemazione, al lavoro e all'assistenza".
Tema della Giornata è stato "Migrazioni e nuova evangelizzazione".
La Fondazione Migrantes ha fornito alcuni numeri significativi: il 54 per cento degli immigrati in Italia è rappresentato da Cristiani (non solo Cattolici), il 33 per cento è di fede musulmana, il resto degli immigrati è ripartito tra induisti, buddisti, ebrei o di altre religioni.
"Ciò significa - ha notato monsignor Perego, direttore di Migrantes - che realtà come l'ecumenismo e il dialogo interreligioso saranno sempre più importanti".
"Le note dell'apostolicità e della cattolicità della Chiesa trovano nell'incontro tra popoli, nelle migrazioni e nelle diverse storie di mobilità, un luogo particolare di espressività" (Monsignor Giancarlo Perego).
 
Frammenti viandanti

Mi cercano nelle città marine
io parlo con i sogni divorati al tramonto
della bufera

mi aspettano in fila alla partenza
mi trovano ubriaco nelle piazze
in nome di Itaca

vogliono darmi per forza una patria
io penso all'alba
che mi porta all'indomani

Gezim Hajdari,
poeta albanese
frammento tratto dalla raccolta "Corpo presente"