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Liliana Segre

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Liliana Segre, testimone italiana dell’Olocausto, è stata nominata senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per l'impegno profuso nel tenere viva la memoria della Shoah e per la sua appassionata attività in difesa di tutte le minoranze. A 80 anni dalle leggi razziali la scelta di Liliana Segre è certamente significativa, oltre che simbolica.
Il 29 gennaio 2020 Liliana Segre parla al Parlamento europeo e porta la sua testimonianza e dice: "Il Parlamento europeo e la mia non estinzione mi sembrano lo stesso miracolo".
Liliana Segre è stata eletta “italiana dell’anno” nel 2018 dal settimanale Famiglia Cristiana, nel suo numero speciale di fine dicembre dedicato alle attese del nuovo anno. “Abbiamo scelto lei – scrivono nell’editoriale di presentazione il direttore Antonio Rizzolo e il condirettore Luciano Regolo – perché la sua lezione, portata da un trentennio nelle scuole, è una limpida e coraggiosa testimonianza. Liliana Segre, vittima del razzismo, che ha vissuto e poi ha imparato a vedere le proprie sofferenze, può insegnare a tutti noi, oggi, a continuare a osservare. A conservare il senso di quanto è accaduto allora, e a vigilare sull’oggi. A ricordare per combattere quell’indifferenza, quell’oblio, quelle paure, quei superficiali egoismi che favoriscono odi razziali, pregiudizi e ostilità varie”.

Chi è Liliana Segre?
Nata a Milano il 10 settembre 1930 in una famiglia ebraica, nel 1938 lei e i suoi parenti vennero colpiti dalle leggi razziali emanate dal regime fascista. Liliana dovette lasciare la scuola, incredula. Nel dicembre 1943  Liliana e la sua famiglia provarono, invano, a rifugiarsi  in Svizzera. Vennero invece arrestati e condotti in diverse carceri lombarde. Liliana aveva allora appena 13 anni.
Il 30 gennaio 1944 insieme alla famiglia venne deportata in treno da Milano verso il campo di sterminio nazista di Auschwitz. Lì la famiglia venne seprata: il padre morì nell’aprile del 1944, mentre i nonni vennero uccisi al loro arrivo. Quando nel gennaio 1945 l’Armata Rossa si avvicinò ad Auschwitz, le truppe naziste evacuarono il campo e Liliana Segre fu trasferita così da Auschwitz a Ravensbruck, campo situato a 90 chilometri da Berlino. Il primo maggio, a pochi giorni dalla definitiva sconfitta nazista, Liliana Segre venne liberata. Fu una dei soli 25 italiani di età inferiore ai 14 anni deportati nei lager nazisti a sopravvivere, su un totale di 776.
Liliana Segre, dopo la guerra, cercò di perseguire la "normalità" per allontanare l'orrore vissuto: si costruì una famiglia e non parlò mai pubblicamente della sua deportazione, fino agli anni Novanta. Poi sentì che il suo contributo poteva essere essenziale perchè non si disperdesse la memoria e le nuove generazioni imparasero ad essere consapevoli e vigili.

Le prime parole di Liliana dopo la nomina a senatrice:
"Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare"