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Le apparizioni della Madonna a Medjugorje

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Il 24 giugno 1981 sei giovani della parrocchia di Medjugorje (un piccolo paese della Bosnia-Erzegovina), Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovi, si ritrovano ai piedi del monte Crnica, nell’area del Podbrdo. D’un tratto, notano una “figura femminile luminosa” con in braccio un bambino. La figura li chiama a sé con un gesto della mano. I ragazzi, poco più che adolescenti, confusi e disorientati, fuggono via.
La sera seguente Ivanka, Mirjana, Vicka e Ivan Dragicevic si sentono chiamare: è un invito a tornare nel posto in cui, il giorno prima, hanno avuto la visione. Ai quattro si aggiungono Marija e Jakov, mentre Milka e Ivan Ivankovic non si presentano.  La figura (di una bellezza “indescrivibile - non come la nostra - qualcosa di paradisiaco”) si presenta come Beata Vergine Maria.
Da quel giorno, in base alle loro testimonianze, i componenti del cosiddetto “collegio dei veggenti” (di cui non fanno parte Milka e Ivan Ivankovic) hanno apparizioni continue, individuali e collettive. Stando alle dichiarazioni, la Madonna avrebbe comunicato “dieci segreti”, affidando a Mirjana il compito di rivelarli tre giorni prima del loro verificarsi. Inoltre, avrebbe invitato i fedeli alla preghiera, alla pace e alla conversione.
Il 10 aprile 1991 la Conferenza episcopale jugoslava prende per la prima volta posizione, ricorrendo alla formula non constat de supernaturalitate, “non risulta che ci sia un intervento soprannaturale”.
Il 17 marzo 2010 la Santa Sede istituisce una Commissione internazionale di inchiesta sulle apparizioni mariane a Medjugorje.
Il 26 marzo dello stesso anno la Commissione, presieduta dal cardinal Ruini e composta da una ventina di membri tra vescovi, periti ed esperti, tiene la prima riunione.
Il 17 gennaio 2014 termina i lavori e trasmette gli atti alla Congregazione per la Dottrina della fede, presso cui la Commissione è stata istituita e alla quale spetta il compito di pronunciarsi. Anche se, ovviamente, l’ultima parola spetta al Santo Padre.

 

A questo proposito vale la pena tornare su quanto ha detto di recente, quando ci ha messo in guardia dallo “spirito della curiosità mondana” e dall’aspirazione a conoscere il futuro: il “vero cristiano”, ha detto papa Francesco il 14 novembre, nel corso della meditazione mattutina presso Santa Marta, vive nella “sapienza dello Spirito Santo”,  fondata su uno “spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile”. Attenzione, ci ammonisce, “esiste un altro spirito, contrario a questo della sapienza di Dio: lo spirito di curiosità. È quando noi vogliamo impadronirci dei progetti di Dio, del futuro, delle cose, conoscere tutto, prendere in mano tutto”. Quando sviluppiamo una curiosità mondana, superficiale e narcisistica. Che vuole troppo e dice troppo. Che genera confusione. Che ci spinge a sentire il Signore “qui o là oppure ci fa dire: ‘Ma io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna, messaggi dalla Madonna’”. No, dice, Francesco, “la Madonna è Madre! […] Non è un capoufficio della Posta, per inviare messaggi tutti i giorni.” Il Regno di Dio non viene nella confusione ma nella sapienza , “non viene in modo da attirare l’attenzione, ma nel silenzio,  nella modestia e nella preghiera. “Se le tue devozioni ti portano a Gesù va bene. Ma se tu rimani lì, qualcosa non va”. Non esistono “rivelazioni private”, dice Francesco, poiché la Rivelazione si è conclusa con il Nuovo Testamento. 
A questo punto non possiamo che attendere le conclusioni dell’inchiesta. Senza dimenticare che, intanto, Medjugorje è meta di numerosi pellegrinaggi e un luogo importante di devozione e spiritualità, che Giovanni Paolo II ha definito “centro spirituale del mondo”.



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