La direzione dell'ambizione
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L'ambizione, già.
È un bene? È un male?
Sembra che oggi, se non sei ambizioso, sei tagliato fuori. Che sia un disadattato. E a furia di sentirtelo dire e di andare, come dice De André, "in direzione ostinata e contraria", rischi di diventarlo per davvero.
L'ambizione è diventata un valore in sé.
In realtà,è sempre più un contenitore vuoto.
In che senso?
Tutti (gli intellettuali, le "veline" - che, a volte, sono più intellettuali degli intellettuali - gli aspiranti scrittori e via dicendo) vogliono essere qualcuno o vogliono diventare qualcosa.
Bene, chi? Cosa?
Spesso non conta, l'importante è raggiungere il successo. Altra parola svuotata di senso e banalizzata. Sulla bocca di tutti.
Un esempio:
se oggi chiedi a un ragazzino "cosa vuoi fare da grande?", non risponderà l'astronauta, il presidente o il panettiere, ma dirà "voglio essere famoso".
Esageriamo? Banalizziamo? Generalizziamo?
Forse.
Allora torniamo a dove eravamo partiti.
Torniamo all'ambizione e al suo significato. Già, perché, al di la della sua degenerazione, ce n'è uno alto, nobile. Che fa (metaforicamente) rima con disciplina, coerenza, amore. Che ci porta a dire: "Voglio migliorare, voglio migliorare, voglio migliorare". A comprendere Socrate quando dice: "So che non so niente e posso solo imparare".
In altre parole, l'ambizione può essere la molla che spinge a crescere e a darsi da fare. A essere fedeli a se stessi e alla propria missione, qualunque essa sia.
Certo, qualcuna è, come dire, più particolare di altre... prendiamo papa Francesco.
Qualche giorno fa ha incontrato gli allievi e ex allievi delle scuole gesuite. Nel corso della visita, una bambina gli ha chiesto: "Da piccolo volevi (ambivi a) diventare Papa?"
La risposta di Bergoglio, come sempre ironica e molto più profonda di quanto possa sembrare a un primo ascolto (a proposito, ricordate la sua prima parola sul balcone di piazza San Pietro? "Buonasera", già... molto più che un saluto, molto meno che un segno di timidezza), dice tutto: "Una persona che vuole fare il Papa non vuole bene a se stessa... e Dio non la benedice". Ecco, allora, la direzione che l'ambizione deve percorrere, quella dell'umiltà. Quella del santo di Assisi che si è spogliato (dell'esteriorità) delle sue ricchezza per ascoltare la (profondità della) sua vocazione.
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