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Il Decalogo raccontato da Benigni

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Roberto Benigni era il toscanaccio senza peli sulla lingua, che abbracciava Berlinguer, buttava a terra la Carrà e ne diceva di tutti i colori. Poi è diventato un regista da Oscar, e con La vita è bella ha fatto emozionare mezzo mondo. Dopodiché si è dimostrato un grande conoscitore di Dante e della Divina Commedia, che ha letto, spiegato e narrato nelle piazze italiane. Infine, ha dato voce alla Costituzione, il “testo sacro” della Repubblica. 
Ora ci riprova con qualcosa di diverso, ancora più delicato. 
Il 15 e 16 dicembre porta in televisione i Dieci Comandamenti, che sono – parole sue – “il più grande spettacolo del mondo, in cui l’amore diventa legge”. 

 

Di cosa si tratta?
Il Decalogo, recita il Catechismo della Chiesa Cattolica, appartiene alla “rivelazione che Dio fa di se stesso e della sua gloria”. Fa parte dell’Alleanza, e da essa trae la sua moralità (che è tale ed esiste solo nel disegno divino).
Le “dieci parole” (Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori di me; Non nominare il nome di Dio invano; Ricordati di santificare le feste; Onora tuo padre e tua madre; Non uccidere; Non commettere adulterio; Non rubare; Non dire falsa testimonianza; Non desiderare la donna d'altri) costituiscono un “tutto indissociabile” (ovvero esistono solo in relazione l’una alle altre), visto che “ogni ‘parola’ rimanda a ciascuna delle altre e a tutte”, e sono una “forza liberatrice”, la condizione di possibilità di una vita autenticamente affrancata  dalla schiavitù del Peccato. 

 

Il rischio, per chi le interpreta, è dietro l’angolo.
Di banalizzarle, di volgarizzarle nel confronto con l’attualità (che della banalità ha fatto suo tratto distintivo). Certo, Benigni finora ha dimostrato un grande talento e una capacità fuori dal comune di rendere accessibili e semplici questioni alte e colte o, come dice lui a proposito delle Leggi, di “fare entrare l’infinito nella vita di tutti i giorni”. Perciò è inutile fare previsioni: staremo a vedere. Per una volta, finalmente curiosi.