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I corruttori: "sepolcri imbiancati"

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Ma questo comandai loro: “Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”. Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle” 
Geremia (7,23-24)

In questi giorni travagliati, per certi versi dolorosi, mentre apprendiamo dell’esistenza di un sistema criminale che, se non fosse tragico (e non campasse sulle spalle degli ultimi), tra terroristi riciclati, politici servili e soprannomi improbabili sarebbe caricaturale, quasi ridicolo, non possiamo non pensare alle parole che il 27 marzo 2014 papa Francesco ha rivolto ai parlamentari italiani. 
Parole schiette e dure, dedicate al rapporto tra Dio e gli uomini, tra i suoi “lamenti” e le loro giustificazioni, a quell’aridità di cuore che la “classe dirigente” dell’epoca, chiusa “nelle sue  idee, nella sua pastorale e nella sua ideologia”, mostra nei confronti del Messia e del suo messaggio, oltre che del mondo che sarebbe chiamata a governare.
E Gesù, invece, come si comporta? 
“Guarda il popolo e si commuove”. Comprende che è un gregge senza guida, che i pastori lo hanno abbandonato.
E, allora, che fa?
Va dai poveri, dagli ammalati, da coloro che vivono nelle “periferie dell’esistenza”. E parla  con un’autorità che lascia sgomenti. 
Da dove arriva quest’autorità? Perché gli uomini che formano la classe dirigente, che dovrebbe esercitarla, ne sono privi?
Semplice: pensando solo a se stessi, hanno tradito la loro funzione. E hanno peccato. Che è una cosa normale, comune a tutti gli esseri umani. Ma il loro peccato è più grave: “Da peccatori”, dice Bergoglio, “sono scivolati, sono diventati corrotti”. E se i peccatori possono tornare sui loro passi, grazie alla misericordia del Signore, i corrotti no, perché, con il cuore inaridito, si sono fissati sulle loro cose e scordati del resto: dicono “bisogna fare” e dettano ordini, ma sono ipocriti, “uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, loro, “sepolcri imbiancati”. Belli fuori, ma "pieni di ossa di morti e di ogni putridume" all'interno. Persone che rifiutano l’amore, che non conoscono la pietà, l’umiltà né la carità. Indifferenti, disposte a calpestare pile di cadaveri pur di inseguire una vita vanesia. Che nasconde un vuoto assoluto.