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Giorno del braille

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Istituto dei Ciechi di Milano

Louis Braille ha tre anni quando, per un banale incidente, perde la vista: prima un occhio, poi, per via di un’infezione, l’altro.

A dieci anni vince una borsa di studio presso l’Istituto dei Ciechi di Parigi: è un centro specializzato, una rarità all’epoca. Le condizioni, tuttavia, sono dure, difficili, soprattutto per chi si trova a vivere lontano dalla famiglia, in un mondo nuovo, che non conosce e, soprattutto, non vede.

Come gli altri ospiti dell’Istituto, Louis impara a leggere attraverso il “metodo Valentin Haüy”: il cieco muove le dita sul filo di rame posto sulle lettere, le percorre, le sente; legge, tuttavia non scrive, non può. Ed è lento, e fatica, troppa.  

“Ci vuole un alfabeto speciale”, pensa.

E si dà da fare: ragiona, riflette, progetta, fa vari tentativi. Finalmente, nel 1829, inventa il “sistema Braille”, un alfabeto basato su sei punti in rilievo, posti su tre linee di due punti ciascuna, compresi in rettangoli di 4 millimetri per 7. Con la possibilità di inserire da 1 a 6 punti in tutte le sei posizioni, si hanno 64 potenziali combinazioni, più che sufficienti a rappresentare le lettere dell’alfabeto, i segni ortografici e quelli matematici. Infine, la passione per la musica, per l’organo in particolare, spinge Louis ad adattare il suo alfabeto alla notazione musicale, traducendo i punti in note.

 

L’introduzione dell’alfabeto Braille segna una svolta fondamentale: il cieco guadagna spazi di autonomia, di indipendenza; entra nel mondo, affianca i cosiddetti “normali”; scrive, prende appunti, fa calcoli, legge la musica. Progressivamente, i “puntini in rilievo” compaiono sulle confezioni dei medicinali, sulle banconote di alcune nazioni, nelle ascensori.  

Certo, l’avvento delle nuove tecnologie cambia ulteriormente le cose. I sistemi informatici e i lettori vocali permettono di fare cose fino a qualche tempo fa impensabili. La vita del non-vedente, con tutte le fatiche che comporta, si è fatta più semplice.

Il Braille, tuttavia, resta un punto di partenza e uno strumento fondamentale, del quale difficilmente si potrà fare a meno.