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Giornata Mondiale della Poesia

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Il 21 marzo 2000 l’UNESCO celebra la Prima Giornata Mondiale della Poesia. "Come espressione profonda dello spirito umano, come arte universale, la poesia è uno strumento di dialogo e riconciliazione" afferma Irina Bokova, direttore generale, in occasione della quattordicesima rassegna.
La poesia (dal greco poiesis: creare, comporre) da sempre viene celebrata come modello di espressione svincolato dalla mera utilità (dall’immediatezza, dal quotidiano), capace di evocare una realtà “altra”, più profonda e inaccessibile. La poesia è tutto. È niente.  È l’espressione di una individualità che fatica a essere definita e che, pure, appartiene a tutti gli uomini. È felicità, amore, tristezza, paura. È un enigma, o pura e piena essenzialità. È ritmo, è parola, è significato. È coincidenza di significato e significante, o loro assenza. È un’esigenza, una necessità: Non è un'arte di arrangiare fiori, ma urgenza di afferrarsi a un bordo nella tempesta (...) È  pronto soccorso, la poesia, non una sviolinata al chiaro di luna. È botta di salvezza (Erri De Luca). È fuga dal mondo o ricerca incessante, e affermazione: Arte, dice Hermann Hesse, significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio.

 

La poesia è ciò che di più alto c’è nell’uomo, è il divino che parla tramite lui:

La Madre,
quella che come me
mangiò la terra del manicomio credendola pastura divina,
quella che si legò ai piedi del figlio
per essere trascinata con lui sulla croce e ne venne sciolta
perché continuasse a vivere nel suo dolore.

Potevano uccidere anche Maria,
ma Maria venne lasciata libera di vedere
la disfatta di tutto il suo grande pensiero.
Ed ecco che Dio dalla croce guarda la madre,
ed è la prima volta che così crocifisso
non la può stringere al cuore,
perché Maria spesso si rifugiava in quelle braccia possenti,
e lui la baciava sui capelli e la chiamava «giovane»
e la considerava ragazza.
Maria, figlia di Gesù
Maria non invecchiò mai,
rimase col tempo della croce
nei suoi lunghi capelli
che le coprivano il volto.

«lo credo, madre,
che qualsiasi senso del cuore
sia dentro il tuo sguardo.
Come Figlio di Dio sono un bambino felice,
come Gesù sono colui che camminerà con te
sulle acque dell’incredulità.
Io, madre, ho visto il tuo seno pieno d’obbedienza
e bianco come il tuo pensiero.
E io so che l’amore di Dio è impalpabile
come le ali di una farfalla.
Io ho creduto, madre, al tuo volto,
ma ho anche creduto al Padre.
Non potrebbe ingiuriarti nessuno
al di fuori di quella voce
che ti ha percossa come un nubifragio:
l’addio del messaggero celeste.»

«Quante lacrime, madre, su quella tua
visitazione.
È stato un lavacro per tutti i peccati degli uomini, ù
e solo Giuseppe ha creduto che il tuo mantello
contenesse tanto dolore.
Non ti ha mai levato di dosso quel mantello di luce,
Maria,
con cui Dio ti ha coperta
per non far vedere
che le tue spalle tremavano d’amore.
Ma io, Maria, credo in te,
e credendo in te
credo in Lui. 
    (Alda Merini)

 

Mario Soldati chiede a vari poeti che cosa sia per loro la poesia: rispondono Giuseppe Ungaretti, Giorgio Caproni, Sandro Penna, Andrea Zanzotto. Il video è tratto dal programma Rai "In cerca della poesia" di Giuseppe Bertolucci.