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Giornata internazionale della donna

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La controversa origine della festa delle donne

Nel 1907, le donne socialiste in America proposero una giornata internazionale per promuovere il suffragio delle donne. Negli anni successivi si svolsero manifestazioni e celebrazioni in giorni diversi nei vari Stati, che si interruppero con la Prima Guerra Mondiale. A San Pietroburgo, l’8 marzo 1917 le donne della capitale guidarono una manifestazione per chiedere la fine della guerra. Nella storia si fa iniziare in questo giorno la Rivoluzione russa di febbraio (febbraio nel calendario giuliano).
Nel 1921, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, si fissò l’8 marzo come “Giornata Internazionale dell’operaia”. La connotazione iniziale fortemente politica della giornata della donna contribuì alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione e al diffondersi di storie inventate o che nulla avevano a che fare con la nascita di questa ricorrenza.
Nel 1975, anno designato dale Nazioni Unite come “Anno internazionale delle Donne”, si rese ufficiale il riconoscimento dell’8 marzo come giornata internazionale dedicata alla donna. 


 

Donne... in cerca di guai

Mimose e cene per sole donne: un'ennesima puntata commerciale per cambiare le vetrine e inventarsi gadget. E le donne si interrogano se questa ricorrenza abbia senso, tanto più che le lotte del femminismo sono storia passata e la parità è di fatto acquisita, quote rosa a parte.
E le definizioni, tutte, persino le più belle, stanno un po' strettine a donne che hanno scoperto di non essere peggiori degli uomini e soprattutto di non essere migliori. Un'unica, complessa, multiforme umanità.
Eppure qualcosa c'è che, in fondo, segna il passo di una differenza.
Scriveva Natalia Ginzburg nel suo Discorso sulle donne:

Le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne. Le donne spesso si vergognano d'avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con grandi cappelli e bei vestiti e bocche dipinte e un'aria volitiva e sprezzante; ma a me non è mai successo d'incontrare una donna senza scoprire dopo un poco in lei qualcosa di dolente e pietoso che non c'è negli uomini, un continuo pericolo di cascare in un gran pozzo oscuro, qualcosa che proviene dal proprio temperamento femminile e forse da una secolare tradizione di soggezione e schiavitù e che non sarà tanto facile vincere.