Evangelii Gaudium
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Il 24 novembre, solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, è una data significativa, coincide con la celebrazione di chiusura dell’Anno della Fede istituito dal papa emerito Benedetto XVI e iniziato l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.
L’atto finale si compone di tre segni.
Prima di tutto, l’esposizione delle reliquie dell’apostolo Pietro, “segno dell’unità della Chiesa”, dice monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, “e sintesi del contenuto di quanto crediamo”. Si tratta di un’urna custodita nell’appartamento papale ed esposta ogni 29 giugno, in occasione della solennità di San Pietro e Paolo, ma sempre nella cappella privata. Domenica sarà esposta per la prima volta in pubblico.
Il secondo segno è un gesto di carità a favore della popolazione filippina, segnata dalle calamità naturali e stremata dal bisogno. Come dice Francesco, la fede senza opere non è nulla. Al contrario, si sostanzia toccando la “carne” di Cristo e offrendo gesti concreti e solidali, come la colletta, a coloro che soffrono.
Il terzo segno è la consegna dell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium" a un vescovo lettone, un sacerdote della Tanzania e un diacono australiano, scelti tra i più giovani a essere ordinati. L’Esortazione, il primo documento ufficiale di papa Francesco (a parte l’enciclica “Lumen Fidei”, alla quale aveva contribuito in maniera preminente il suo predecessore, Benedetto XVI), sarà poi consegnata ai rappresentanti dei diversi eventi che hanno scandito l’Anno della Fede in tutto il Pianeta, dai cresimati a un seminarista, da una famiglia ai catechisti, dai giovani ai movimenti e alle diverse confraternite. Ma anche ai rappresentanti dell’arte (“per far evincere il valore della bellezza come forma privilegiata di evangelizzazione”) e del giornalismo (“per attestare il grande impegno e promozione che svolgono quanti si dedicano a questo servizio”).
Al di là del contenuto, che sarà presentato ufficialmente il 26 novembre presso la sala stampa vaticana, cosa significa? Che valore ha questo segno?
Per comprenderlo dobbiamo ripercorre, seppur in somma sintesi, la storia dell’esortazione apostolica:
in genere, il Pontefice la scrive al termine di un sinodo.
L’ultimo si è tenuto nell’ottobre del 2012 e ha affrontato la questione della “nuova evangelizzazione”.
L’esortazione, però, si sarebbe sovrapposta all’enciclica “Lumen Fidei”. Quindi si è deciso di rimandarla: “Poi”, spiega Francesco, “ho pensato che l'Anno della Fede avrebbe avuto fine senza un bel documento che ci avrebbe aiutato. Ho pensato di fare una esortazione sulla evangelizzazione in genere e di metterci dentro le cose del sinodo".
L’esortazione, perciò, conclude l’anno della Fede ma lo rilancia, con una continua evangelizzazione. E il documento papale diventa una missione che “viene affidata a ogni battezzato per farsi evangelizzatore”.
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