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Controcorrente

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Agosto, ci siamo. 
Sole, mare, relax… 
Le onde spingono compatte in una direzione. Che è quella della vacanza. Del disimpegno. Della chiacchiera superficiale.
Per carità, ci sta. Dopo un anno passato a faticare un po’ di riposo è il minimo! 
Ma noi siamo testardi, e ci piace nuotare controcorrente.
Non perché vada di moda. Né perché ce lo ha ordinato il dottore. Lo facciamo perché fa parte della nostra natura, perchè siamo un po' come i salmoni che risalgono i fiumi.
Se tutti guardano da una parte, siamo curiosi di vedere cosa succede dall’altra.
Così, senza metterci troppe parole, che si rischia di scivolare nella retorica e non c’è niente di più controproducente, dedichiamo un pensiero a chi, in questo momento di pausa, continua a faticare.
Dedichiamo un pensiero agli anziani, quelli che restano soli nelle città che chiudono per ferie. Che camminano sotto l’afa. E non rinunciano per nulla al mondo al loro giro quotidiano. E alla partita a bocce o a carte con gli amici. O al giro al museo. O a mille altre attività.
E un pensiero lo dedichiamo a chi non è in vacanza non per scelta, ma contro la sua volontà: chi non trova un lavoro, chi lo ha perso, chi si ingegna e si batte ma continua ad aspettare una risposta.
Un pensiero ai bambini che non partono e a settembre, quando cominciano le scuole, sentiranno i racconti dei compagni. Ma che, siamo sicuri, avranno storie altrettanto fantastiche da condividere: vuoi mettere la città deserta?
Un pensiero ai parroci che aprono gli oratori e si fanno in quattro per la comunità. Che alla comunità, e all’amore di Cristo, dedicano la propria vita.
Un pensiero a tutti quelli che, per una ragione o per l’altra, galleggiano a fatica su questo mare agitato che è la vita.
A loro dedichiamo tre pensieri degli ultimi pontefici. Per dimostrargli la nostra vicinanza e la convinzione che ogni esistenza, per quanto dura, povera e faticosa, possieda “un istante di eternità” .
Dice Giovanni Paolo II: “L’umana sofferenza ha raggiunto il suo culmine nella passione di Cristo. E contemporaneamente essa è entrata in una dimensione completamente nuova e in un nuovo ordine: è stata legata […], a quell’amore che crea il bene ricavandolo anche dal male, ricavandolo per mezzo della sofferenza [...]. La Croce di Cristo è diventata una sorgente, dalla quale sgorgano fiumi di acqua viva”.
Dice Benedetto XVI: “La gioia […] non è la gioia banale, che si fonda sulla dimenticanza degli abissi della nostra esistenza ed è pertanto condannata a precipitare nel vuoto. È la vera gioia […] che nella sofferenza non viene distrutta, ma soltanto portata a maturità”.
Dice Francesco: “Non cediamo al pessimismo. Non passiamo a quella amarezza che il diavolo ci porge ogni giorno”. E, ancora: “Non abbiano paura di andare controcorrente, soprattutto quando vogliono rubarci la speranza e portare avanti valori avariati”