Carnevale
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La festività del carnevale ha origini lontane, che risiedono nell’antichità greca e romana. In origine, rappresentava un’occasione per rovesciare i condizionamenti e gli obblighi sociali; per abbandonarsi allo scherzo e al caos. Aveva un valore simbolico, di fuga e liberazione. Nel corso dei grandi banchetti che si tenevano nelle corti, nelle città, nelle grandi ville patrizie, tutti quanti mangiavano, bevevano, ballavano; si concedevano trasgressioni. Il servo e il padrone si mescolavano e si confondevano, nascondendo la propria identità dietro a una maschera.
Con la diffusione del cristianesimo, gli eccessi vengono mitigati, vincolati a una scansione temporale definita, precedente all’astinenza e al digiuno quaresimale; in qualche modo, vengono disinnescati", posti al confine di un percorso di profonda purificazione spirituale.
Dopo la raffinatezza di quello rinascimentale e la magnificenza di quello barocco, il carnevale, oggi, ha perduto il suo significato originario, è stato banalizzato, è diventato una “festa come tante, fra le tante”: intrattenimento, mera distrazione. Si pensi ai costumi dei bambini: un tempo neanche troppo lontano, erano creazioni artigianali, erano doni; nelle cuciture, nelle toppe, nei colori si poteva rintracciare l’amore di una mamma che l’aveva cucito fino a notte fonda. Si guardi ora, si guardino le sfilate nelle strade: vestiti, trucchi, coriandoli prefabbricati. Non c’è originalità, non c’è meraviglia. È tutto uguale, è una gara a chi ha il vestito più bello (o trendy, come si dice). Si guardino, ancora, gli occhi dei bambini, si guardino bene: la mattina, brillano (stupiti); a fine giornata, si spengono (stanchi): “Perché gli adulti si comportano così? Perché soltanto oggi? È come se fossero obbligati…”
Per i bambini, per la capacità di meravigliarsi, di stupirsi, di cogliere la magia che si nasconde nelle piccole cose, una filastrocca di Gianni Rodari, "Viva i coriandoli di Carnevale":
Viva i coriandoli di Carnevale,
bombe di carta che non fan male!
Van per le strade in gaia compagnia
i guerrieri dell'allegria:
si sparano in faccia risate
scacciapensieri,
si fanno prigionieri
con le stelle filanti colorate.
Non servono infermieri
perchè i feriti guariscono
con una caramella.
Guida l'assalto, a passo di tarantella,
il generale in capo Pulcinella.
Cessata la battaglia, tutti a nanna.
Sul guanciale
spicca come una medaglia
un coriandolo di Carnevale.
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