Il 25 marzo Papa Francesco pubblica la Candor Lucis Aeternae, una Lettera Apostolica lunga nove paragrafi su Dante. La scelta del giorno non è certo casuale, si tratta del giorno dell’Annunciazione a Maria: «È il mistero dell’Incarnazione, che oggi celebriamo – spiega Papa Francesco – il vero centro ispiratore e il nucleo essenziale di tutto il poema».
La data del 25 marzo, a Firenze e non solo, era associata sia alla creazione del mondo che alla redenzione operata da Cristo sulla croce. E proprio al «cader della notte» di quel 25 marzo dell’anno 1300 per Dante Alighieri iniziò il viaggio ultraterreno della Divina Commedia.
“L’opera di Dante è parte integrante della nostra cultura, ci rimanda alle radici cristiane dell’Europa e dell’Occidente, rappresenta il patrimonio di ideali e di valori che anche oggi la Chiesa e la società civile propongono come base della convivenza umana, in cui possiamo e dobbiamo riconoscerci tutti fratelli”
"Con questa Lettera Apostolica desidero unire la mia voce a quelle dei miei Predecessori che hanno onorato e celebrato il Poeta, particolarmente in occasione degli anniversari della nascita o della morte, così da proporlo nuovamente all’attenzione della Chiesa, all’universalità dei fedeli, agli studiosi di letteratura, ai teologi, agli artisti. Ricorderò brevemente questi interventi, focalizzando l’attenzione sui Pontefici dell’ultimo secolo e sui loro documenti di maggior rilievo"
La preparazione della Candor Lucis Aeternae era stata annunciata dal Papa lo scorso 10 ottobre in occasione dell’apertura delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante. Aveva detto: «Approfittando di questa risonanza che supera i secoli, anche noi potremo arricchirci dell’esperienza di Dante, per attraversare le tante selve oscure della nostra terra e compiere felicemente il nostro pellegrinaggio nella storia, per giungere alla meta sognata e desiderata da ogni uomo: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”».
Papa Francesco conclude la
Candor Lucis Aeternae così: «Dante non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché
anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità».