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«All'origine agisce, in breve, il dato esperienziale - l'affetto per un luogo, una casa (quella in cui Claudio è venuto al mondo), per un paese e le persone (i familiari per primi), che vi hanno abitato, gioito e patito, e per tutti gli attrezzi piccoli e grandi utilizzati nella loro esistenza: da quelli rustici ai primo industriali (un badile, un rastrello, poi la Lambretta o la Fiat-600) -, ma il suo apparire è reso in un contesto di particolari dall'orlo instabile, che se dà corpo a ogni presenza, subito, da questa, si ridiffonde, e sfiora, in nessi autobiografici, il profilo d'altre presenze, le quali, per un istante, rivivono e dileguano: come nella poesia dedicata al vociante convegno di ragazzini in un laghetto (ricoperto, oggi, da una gettata di cemento per creare un'area residenziale), che associa particolari minuziosi entro un ineffabile riflesso di morgana.» (da "Viaggio al termine del dialetto" di Roberto Cresti)
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